Nel mio penultimo post dell'anno vorrei parlare ancora di scrittura femminile.
Virginia Wolf nel 1929 in un articolo intitolato Le donne e il romanzo scriveva:
Se[...]volessimo cercare di riassumere le caratteristiche della narrativa femminile oggi, potremmo dire che è coraggiosa, che è sincera, che aderisce a quello che sentono le donne. Che non è acida. Che non insiste sulla propria femminilità. Allo stesso tempo però i libri di una donna non sono scritti come li scriverebbe un uomo.
Oggi vi suggerisco Carolina Invernizio
Come al solito mi faccio aiutare da Wikipedia:
Carolina Maria Margaritta Invernizio Quinterno (Voghera, 28 marzo 1851 – Cuneo, 27 novembre 1916) è stata una scrittrice italiana, fra le più popolari di fine Ottocento ed inizio Novecento.
Dopo aver scritto per anni romanzi di appendice per il quotidiano La Gazzetta di Torino, si legò nel 1907 in esclusiva all'editore Salani per il quale scrisse, in una carriera durata quarant'anni, 123 libri, definiti romanzo storico sociale, che furono publicati in una collana a lei intitolata: "I Romanzi di Carolina Invernizio".
Molti dei suoi volumi sono stati tradotti con successo all'estero, specie in America Latina.
I suoi libri furono molto apprezzati dal pubblico e molto meno dalla critica, i suoi racconti richiamavano l'antico romanzo gotico dipinti come erano a tinte fosche: lo stesso genere oggi definito fiction e un tempo chiamato romanzo d'appendice (o feuilleton).
Trame intricate [modifica]
Tra i suoi libri Odio di araba, Anime di fango (1888), Il Bacio di una morta (1889), La Sepolta Viva (1896), che per i loro temi "gotici" e per il contenuto scabroso dei suoi soggetti letterari fu messa all'Indice dal Vaticano. Da alcuni suoi racconti Enrico Vidali trasse dei film dell'epoca del muto.
Sulla figura di Carolina Invernizio l'attore Paolo Poli ha realizzato nel 1969 un proprio spettacolo. Molti dei suoi libri sono stati adattati per il cinema anche in tempi recenti (1949, 1957, 1974).
Nel 1975 Ugo Gregoretti realizza uno sceneggiato televisivo ispirato a uno dei suoi romanzi più celebri, I ladri dell'onore, intitolato Romanzo popolare. I ladri dell'onore, con Gigi Proietti come interprete principale.
La qualità dell'attività di scrittrice della Invernizio, autrice di storie la cui ambientazione evocava appunto quella dei romanzi gotici diffusi in Gran Bretagna nella seconda metà del Settecento, è stata al centro di numerose dispute letterarie.
L'impianto narrativo era solitamente centrato su improbabili - o quantomeno non sempre verosimili - storie di amore ed odio, con situazioni talvolta al limite dell'horror; non mancavano neanche ambientazioni che in qualche modo avrebbero preceduto il genere poliziesco o, su un versante più sociale, riguardato il mondo del popolino se non addirittura - fonte di scandalo, per lei, donna borghese di buona famiglia - dell'anarchia.
Tra i suoi molti romanzi uno dei più famosi è
Il bacio di una morta
Può l'amore di un fratello salvare da un orribile destino di morte e riaccendere la speranza? Può la torbida passione per una donna spingere un marito ad angustiare oltre ogni modo la moglie fedele? E può una moglie trovare nella propria virtú la forza per sfidare il male? Ambientato in una Francia notturna, da romanzo gotico dell'orrore, e poi a Parigi, alla ricerca di avventure, il romanzo celebre di una scrittrice abilissima nell'arte dell'intreccio.
A me piace anche perchè “Il bacio di una morta” si apre con una lunga dedica al marito Marcello Quinterno, che va segnalata per la delicatezza del sentimento e per il debito di riconoscenza che l’autrice riconosce nei confronti del marito: “Se la mia vita triste, ritirata, ha un lato luminoso, è la vostra tenera e cordiale bontà per me. A voi debbo l’ispirazione di molti miei lavori; voi svegliaste in me l’idea di sollevarmi alquanto dalla mediocrità.”
E' bello pensare che due secoli fa esistevano uomini in grado di sopravvivere e andare fieri del successo delle loro donne.
C'è di che meditare!
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