- Cara Claudia, il tuo libro mi ha fatto ricordare Fritjof Capra, il premio Nobel per la fisica, quando scrive che: “Un numero crescente di scienziati sta facendo propria una concezione del mondo in cui le scoperte scientifiche di uomini e donne possono essere in perfetta armonia con i loro fini spirituali e le loro credenze religiose”, condividi questo pensiero, senti che sia così anche per te?
(domandina facile facile, così giusto per rompere il ghiaccio *_*)
- Nel tuo libro la bellezza non è mai un mero elemento estetico: esse veicola, segna soprattutto la forza che c’è dietro, le capacità personali, come se queste spiccando facessero apparire ancora più belle anche le forme esteriori, è così? Cos’è per te la bellezza?
(per la risposta a questa domanda sono stata prenotata da un uomo molto interessante per una futura discussione. Per dovere di cronaca la risposta sintetica è stata SI!)
- Aprire il tuo libro è un po’ come sfogliare un libro di viaggi, tu accompagni il lettore per vie e paesi… qual è il tuo personale rapporto con i viaggi?
(finalmente qualcosa di non filosofico, vi ho mai detto che non amo particolarmente la filosofia, se non nelle sue implicazioni economiche? No? Beh, ora lo sapete^^)
- Possiamo svelare cos’è l’Esedion? … In questa figura a me pare di cogliere un tema attualissimo, vivo e sentito… quanto senti sia necessario oggi come oggi avere degli ambasciatori che aiutino mondi e modi diversi di vivere a confrontarsi e a conoscersi?
- C’è un passaggio del tuo libro che ho particolarmente apprezzato, che mi risuona dentro (e lo leggerei, è quello di pag. 49, l’inizio del cap. 5), che inizia così: Ma prima risponderò alla domanda che ti assilla: perché tu? La risposta pensandoci bene la conosci già. Da che hai memoria giocavi a scappare di casa? Quante volte ti sei perso nella tua vita? […] non hai pensato come tutti gli altri: cos’è? Ti sei rilassato e ti sei detto. Finalmente. Claudia, da dove nasce questa riflessione, quanto c’è di Claudia in questo passaggio?
per quest'ultima domanda ho ringraziato Loretta, è una delle mie parti preferite, oltre che molto autobiografica.
E se credete che con MP sia stata più buona leggete un po':
- Domanda puramente casuale e disinteressata, ma quanto lavorare nei servizi sociali ha contribuito ad alimentare la tua fantasia e a colorire i tuoi personaggi? Com’è nata l’idea del tuo libro?
- Due streghe, due sorelle, due gemelle, straordinarie: quanto sono in realtà le due facce della stessa donna? Una l’alter ego dell’altra?
- Mi affascina molto come hai reinterpretato un – se vogliamo classico – della suspense, del fantasy: il gioco sul confine tra realtà concreta e quella onirica, fra quello che mi sento, sono io e quello che vedo riflesso allo specchio: a chi ti ispiri, chi sono i tuoi maestri “del brivido” se così li vogliamo chiamare?
- Quello che si teme di più, dunque, nel tuo libro non è semplicemente morire, ma impedire alla nostra anima di reincarnarsi per evolvere e per crescere: peggio dell’inferno, dunque, (vedi il rogo della strega dove c’è quasi un’eccitazione, un senso di onnipotenza) c’è qualcos’altro… il limbo oscuro? E ciò vale sia per i tuoi personaggi nella veste di comuni mortali che di immortali, è così?
- Le sensazioni fisiche siano esse piacevoli o dolorose, nelle tue narrazioni, non sono mai eccessivamente ostentate o macrabe, comunque ti catturano, sfidano i limiti personali, come se solo attraverso il sentire sulla pelle, sulla carne viva consentisse di sentire anche intimamente, dentro di sé, è così anche per te?
Insomma un bel viaggio nei nostri due libri che ha conquistato i presenti e che ha stimolato ulteriori domande.
Un grazie di cuore a tutti i presenti: è stata una serata memorabile!
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