Cronache di Gaia prende il nome dalla saga fantascientifica di Claudia Tonin. Ma è anche un blog in cui parlare di libri, film, mare, natura e ogni cosa le passi per la testa.
Cronache di Gaia.
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domenica 22 agosto 2010
L'ultimo orco
L’ultimo orco
La trama di IBS:
Anche in questo libro incontriamo Yorsh, l’ultimo elfo, oramai adulto. Ma il vero protagonista di questo libro è Rankstrail, soldato di ventura che combatte una guerra contro gli orchi. Mentre Yorsh è un eroe per destino, per Rankstrail è diverso: non è un predestinato, deve trovare la sua via attraverso le scelte, anche sbagliando. E sarà l’amore ad aiutarlo a prendere le decisioni giuste. Lo schema classico prevede che l’eroe liberi la fanciulla dall’orco. Ma chi è veramente l’orco: chi è nato orco, o chi ha scelto di esserlo?
La trama di Salani Editore:
Un'ombra cupa, una terribile minaccia si stende sul Mondo degli Uomini: gli Orchi, che si abbattono come cavallette sulle città, radendole al suolo e trucidandone gli abitanti. Il Capitano Rankstrail della cavalleria leggera di Daligar giura a se stesso che nessun Orco potrà di nuovo infestare e uccidere. Ma ecco che qualcuno gli dà ordine di andare a caccia di un altro nemico, di sventare una nuova minaccia: e il Capitano Rankstrail incontra Yorsh, l'Ultimo Elfo mentre, fuggiasco, trascina verso la salvezza un esercito di diseredati, pronti a combattere piuttosto che tornare a una vita di stenti. Due vite segnate dalle scelte, dal senso di giustizia, dall'amore. Ognuno è artefice del proprio destino: e Rankstrail imparerà che Orco non è soltanto chi per disgrazia si ritrova cieco e brutale portatore di odio, ma è soprattutto chi, con discernimento e potere, sceglie la via della barbarie e della morte. Eroe potente e indimenticabile, Rankstrail ci accompagna nel memorabile passaggio da un mondo di idee a un mondo di carne e ossa; dal mondo dei destini segnati a quello delle scelte. Scritto con stile travolgente, un fantasy rovente e impetuoso, fatto di sangue e battaglie, pietà e tenerezza; un mondo dove non c'è posto per eroi di carta, ma per Uomini e Donne liberi e consapevoli, in un superbo tributo ai grandi temi dell'umanità.
Ora che vi siete fatti un'idea di che cosa parla, dico la mia.
Quello che mi ha colpito di più di questo libro è la capacità descrittiva dell’autrice. È riuscita, senza dilungarsi, a dare un’immagine ben definita da ogni luogo e a ogni personaggio descritto nel suo romanzo.
In modo particolare è riuscita a rendere con incredibile vivezza la fame. Tema dominante anche ne “L’ultimo elfo”. I bambini dei due libri patiscono la fame e, dopo aver letto i suoi libri si ha veramente un’idea di quello che può essere la fame. Sono fortunata, so di esserlo, visto che la fame e la sete non rientrano nelle mie esperienze di vita. Silvana De Mari, di cui confesso, non conosco la biografia, deve averle quanto meno provate per poco tempo, perché riesce a descriverle benissimo.
In un primo momento ero perplessa: come poteva “L’ultimo orco”essere un romanzo per ragazzi?
Vi sono così tanti spunti di riflessione che lo riterrei più adatto agli adulti, ma mi sbagliavo, è proprio agli adolescenti che deve rivolgersi.
Le tematiche trattate dall’autrice mentre narra la vita del capitano orso Rankstrail e la trasformazione di Rosalba sono ricchissime di implicazioni. Si parte con il tema dell’amare i bambini altrimenti da adulti diventeranno crudeli, passando per la microeconomia, per arrivare all’individuo come soggetto unico e non legato a tradizioni familiari vincolanti.
In questo libro si ride poco, a differenza de “L’ultimo elfo” in cui ogni tanto l’ironia era veramente esilarante. Per fortuna c’è il caporale Lisentrail, con le sue dita e i denti mancanti, a farci alleggerire il macigno di implicazioni morali di cui il romanzo è intriso. Ma questo non è un difetto, anzi. Quando si descrivono temi simili si deve essere chiari e l’ironia potrebbe confondere. Bisogna dirle certe cose, saranno anche superflue, saranno anche inutili, ma se nessuno le dice, nessuno le scrive, forse si può iniziare a pensare che lo siano.
Per me, di tutti i giustissimi concetti che Silvana De Mari presenta in questo libro, il più importante è quello che pure a Yorsh era sfuggito per un attimo: “Chi ha la forza per impedire le ingiustizie e non la usa di quelle ingiustizie si rende responsabile”.
Leggetelo!
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