Quello che colpiva di più erano i suoi occhi.
Iridi castano dorate che sprofondate in occhiaie scure scrutavano con leggerezza il mondo circostante.
Occhi perennemente arrossati dalla fatica di scorgere quello che nessuno poteva vedere.
Finestre dell’anima che si spalancavano su ognuno di noi con potenza dirompente.
Nessuno rimaneva indifferente al suo fascino.
Un carattere gentile lo rendeva un compagno di chiacchiere piacevoli e di lunghe pause sigaretta.
Le donne, ma probabilmente anche gli uomini, ammiravano la grazia con cui le sue dita si muovevano, ne rimanevano affascinate.
Forse proprio il suo indolente muoversi nello spazio era ciò che per primo attirava lo sguardo ma poi tutto di lui scompariva incrociando i suoi occhi.
Quando lo vidi per la prima volta ero troppo impegnata a pensare alle molte occupazioni ancora da svolgere e lo notai, ma non subito, altri chiedevano la mia decisione e io non esitai a dargliela.
Il suo sguardo come pugnale conficcato nella carne mi faceva male.
Lo percepivo come concreta minaccia.
Con uno sforzo, usando violenza alla mia buona educazione, che imponeva di non spostare lo sguardo dall’interlocutore a cui mi stavo rivolgendo, voltai la testa verso di lui e ne fui travolta.
Quegli occhi non li ho più dimenticati.
Cronache di Gaia prende il nome dalla saga fantascientifica di Claudia Tonin. Ma è anche un blog in cui parlare di libri, film, mare, natura e ogni cosa le passi per la testa.
Cronache di Gaia.
Un luogo di viaggio e di passaggio, benvenuti!
martedì 7 settembre 2010
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Ma hai scritto tu questo? ah ah ah! Miiiiiiiiii! Bravissima! Black.
RispondiEliminaspero almeno che tu abbia immaginato l'uomo della descrizione^^
RispondiEliminaGrazie carissima, smackettone!