Come promesso ieri, ecco il regalo che mi ha fatto la Befana!
(No, non io, quell'altra, quella che vola a cavallo di una scopa e porta i doni nel sacco grande)
Il regalo è una bella intervista con Deborah Epifani!
A un mese esatto dal regalo di San Nicolò, l'intervista al bravissimo Daniele Nicastro (ve la siete persa? Niente paura eccola qui) non poteva che arrivare un altro regalo^^
Prima di lasciare la parola all'autrice vi parlo del suo libro
Le leggende di Aron. Il segreto degli Undici di Deborah Epifani
Linee Infinite Edizioni
480 pg.
16 euro
Genere: Fantasy per ragazzi (dai 9 - 11 anni in poi).
“Un muso più nero dell’ombra emerse dal nulla seguito da un corpo possente. La belva che apparve smise di soffiare e dalla gola levò il verso più agghiacciante che Aron avesse mai sentito.”
Aron ha quindici anni e una vita felice sulla sua piccola isola. Le giornate in mare, i tuffi dalla barca di Gorgo, il sale che tira sulla pelle e l’amore della sua famiglia sono tutto ciò che possiede, tutto ciò che desidera. Quasi tutto. Manca un giorno al suo compleanno e alla cerimonia che lo ammetterà al Consiglio dei Germogli, giovani pronti a difendere l’isola e i suoi abitanti da qualunque insidia li minacci. Ormai fervono i preparativi che lo renderanno a pieno titolo un uomo del Popolo del Mare. Basterà una notte di tempesta perché tutto cambi: dal buio emerge una misteriosa presenza che lo trascinerà lontano dagli affetti e dall’isola, nel mondo magico e insidioso di cui ora fa parte. Chi sono i Guardiani che lo cercano? Chi sono i misteriosi Undici il cui destino si intreccerà inevitabilmente con il suo? Quali enigmi nascondono e cosa vogliono da lui? Aron dovrà fare appello a tutto il suo coraggio e imparare a fidarsi della tenebra che lo accompagna, se vorrà salvare se stesso e le persone che ama. Una corsa contro il tempo per sfuggire al nemico comune. Un’avventura alla scoperta di se stesso e di quel Potere che lo rende unico al mondo. Un segreto da svelare per trovare la verità.
Il mio commento
Aron ci
guarda dalla magnifica copertina del romanzo e ha una lunga storia da
raccontarci ma la fa scrivere al suo migliore amico Liam, che incontreremo solo
alla fine del libro.
Il suo
sarà un lungo viaggio e ci porterà con sé alla scoperta del suo destino.
Fin
dalla prima pagina veniamo catapultati nel mondo fantastico di Deborah Epifani,
catturati dalla magia del luogo e portati sulle ali del vento da un personaggio
all’altro.
Solo in
un secondo momento conosceremo Aron che sta per compiere quindici anni ed
entrare a pieno titolo nella vita adulta del popolo islyano. La notte del suo
compleanno però accade qualcosa che lo renderà un intoccabile e sarà
allontanato per sempre dal suo popolo; abbandonato su di uno scoglio in attesa
della morte, forse. Il segno che porta nel petto è il marchio del male, della
magia oscura di cui tutti gli uomini hanno paura. Aron verrà venduto e come
prigioniero conoscerà il male più oscuro e ne uscirà solo pagando un prezzo molto
alto.
Ma
questa non è solo la storia di Aron e del suo salvataggio e iniziazione alla
magia ad opera di Gwyniver, è la storia di Undici per i quali le leggi
precostruite non sono veritiere.
"Il
segreto degli Undici" è sostanzialmente un fantasy classico che parla della lotta
eterna tra bene e male.
"Il
segreto degli Undici" è un romanzo di formazione in cui Aron lascia la fanciullezza
per entrare nell’età adulta.
"Il segreto degli Undici" è uno scrigno di magia
pronto ad aprirsi a ogni pagina.
Sono
rimasta rapita dalla scorrevolezza e, nello stesso tempo, dalla complessa trama
di questo romanzo.
Sorprendente
l’esordio di Deborah Epifani che si dimostra capace di gestire la suspance e il
susseguirsi degli eventi padroneggiando benissimo uno stile elegante e
avvolgente.
Lo
splendore dell’isola di Aron lascerà un segno in ogni lettore, soprattutto
perché poi verrà gettato nel gelido buio di Nebuk.
Una
carrellata di personaggi credibili e ben delineati accompagnano il protagonista
regalando momenti di spasso e di commozione. Niente è lasciato al caso e tutti
concorrono magnificamente al risultato finale.
Denso
di significato anche il messaggio intrinseco al libro in cui bianco e nero non
paiono così netti e la predestinazione non può essere una condanna a un
destino.
Spero
di leggere al più presto il seguito perché Aron si dimostra essere una saga
all’altezza di altre più blasonate e più pubblicizzate.
Un
libro da non lasciarsi sfuggire.
La parola all'autrice:
Ciao Deborah!
Accomodati sulla mia poltrona.
Grazie per avere accettato di essere qui e di rispondere alle mie domande.
La tua è la prima intervista del 2012 e sono contenta che sia proprio tu a iniziare l’anno con l’appuntamento periodico (a questo punto posso definire mensile ^^) di 10 domande + 1!
Oh, caspita, è
un onore! :) Saluto i tuoi lettori, e sono io che ti ringrazio per l’ospitalità
e l’opportunità che mi dai.
Per rinfrescare la memoria a chi legge ricordo che le
prime 6 domande sono quelle che faccio a tutti gli autori, le ultime 4 sono
specifiche sull’autore e i suoi lavori e la + 1, beh quella è la domanda
dell’autore!
Cominciamo:
1. Per cominciare ti va di raccontare qualcosa di te?
1. Per cominciare ti va di raccontare qualcosa di te?
Ci provo.
Sono nata nel 1976 in un paese del Salento bagnato dal mare, anche se da sempre
vivo in Piemonte. Per qualche tempo ho vissuto anche a Pavia e a Roma. Mi sono
laureata in Educazione Professionale con una tesi dal titolo bizzarro: Harry Potter e il calice di fuoco:
l'amicizia in adolescenza. Alcuni spunti di riflessione pedagogica. Ho
svolto lavori in diversi ambiti della pedagogia, ma la mia prima passione sono
le scienze naturali. Adoro viaggiare, incontrare persone diverse da me e, ogni
tanto, se bevo troppi caffè, utilizzo i fondi per antichizzare mappe di mondi
fantastici. Ho un amore incondizionato per le torte di mele, mi piace scoprire
nuovi sentieri di montagna e ignorare la mia allergia ai gatti.
2. Quando hai iniziato a sentire la necessità di scrivere?
2. Quando hai iniziato a sentire la necessità di scrivere?
Se ti
riferisci alla scrittura in generale, non lo so. Mi è sempre piaciuto
fantasticare e mettere su carta storie mie. Invece per Aron c’è stato un
momento preciso; come in certe favole, è iniziato tutto in una triste giornata
invernale. Era il mio compleanno e avevo perso il lavoro per tagli all’azienda.
È scattato qualcosa, non ci ho nemmeno pensato più di tanto: sono salita in
mansarda e ho scritto di getto l’Oracolo (quello completo che ancora il lettore
non conosce). Aron era già nei miei pensieri da molti anni, un po’ come un
amico immaginario che è cresciuto con me. A quel punto avevo un Oracolo e un
personaggio che conoscevo bene. L’associazione è stata spontanea.
3. Quali sono i libri e gli autori a cui senti di essere più legato?
3. Quali sono i libri e gli autori a cui senti di essere più legato?
Ho un
libro che non dimenticherò mai, il primo romanzo che ho letto, all’età di sette
anni: La Storia Infinita, di Michael
Ende. La mia maestra delle elementari ce lo leggeva in classe interpretando le
voci dei personaggi, e noi dovevamo tenere il segno per fare altrettanto.
Alcuni miei compagni si sono scoperti attori provetti!
4. Ti va di suggerirci un libro da leggere?
4. Ti va di suggerirci un libro da leggere?
Penso di
averne troppi, perché ogni libro mi lascia un’eredità, persino quelli che non
mi sono piaciuti affatto. Qui ne scelgo uno e, a costo di essere scontata, dico
Storia di una gabbianella e del gatto che
le insegnò a volare, di Sepùlveda. Dolcissimo, aiuta a non arrendersi al di
là delle logiche previsioni.
5. Ci sono altre forme di arte, come la musica o la pittura, per fare un esempio, a cui sei legato? Influenzano il tuo scrivere?
5. Ci sono altre forme di arte, come la musica o la pittura, per fare un esempio, a cui sei legato? Influenzano il tuo scrivere?
La mia
prima fonte di ispirazione sono i libri. Poi il cinema, e spesso la musica.
Riguardo a quest’ultima sono varia. Spazio tranquillamente dal metal alla
classica, dalla zen al rock, dalla etnica alle colonne sonore, che adoro. A
volte strimpello ancora (malissimo) la mia Yamaha acustica. Ma solo quando non
mi ascolta nessuno!
6. Come scrivi? Cioè progetti, documenti e poi scrivi o ti siedi e poi cominci a digitare parole al computer? Hai dei riti particolari?
6. Come scrivi? Cioè progetti, documenti e poi scrivi o ti siedi e poi cominci a digitare parole al computer? Hai dei riti particolari?
Prima di
essere un’educatrice sono una scienziata nella forma mentis (per via dei miei
primi studi da naturalista). Alla fine i due modi di pensare non si discostano poi
tanto, ma diciamo che la scienziata è decisamente più incline alla pignoleria!
^^’’ Progetto molto, mi documento, faccio in modo che tutto quadri secondo la
logica che intendo dare al romanzo. È a quel punto che ho davanti a me un mondo
nuovo ma completo, devo solo esplorarlo dando libero sfogo alle emozioni. Da lì
subentra l’estro, è indifferente se cambio qualcosa, se scrivo prima il
capitolo uno o quello finale. Il motore è l’ispirazione. Riguardo ai riti, ne
ho solo uno: banale, noiosissimo silenzio assoluto.
7. Non voglio fare spoiler ma Aron non pare intenzionato a seguire un destino già segnato. Lasci intendere il grande tema del libero arbitrio. Quanto pesa quello che siamo nel nostro futuro? Quanto peso hanno le scelte personali nella vita di ciascuno e quanto ne hanno nella vita dei ragazzi? (Ho imbrogliato son due domande, faccio finta di niente^^)
7. Non voglio fare spoiler ma Aron non pare intenzionato a seguire un destino già segnato. Lasci intendere il grande tema del libero arbitrio. Quanto pesa quello che siamo nel nostro futuro? Quanto peso hanno le scelte personali nella vita di ciascuno e quanto ne hanno nella vita dei ragazzi? (Ho imbrogliato son due domande, faccio finta di niente^^)
Hai detto
bene, Aron è un ribelle e un gran cocciuto. In ogni caso io la vedo così: le
scelte sono tanto più formative, quanto più ne siamo consapevoli. Vale per
adulti e ragazzi. Non importa quale sia la scelta, quanto grande o piccola,
quanto riconosciuta o meno dalla società. Qui, però, vorrei aggiungere un
concetto che mi sta a cuore e che condivido in pieno: “Difficilmente le nostre condotte sono, come teme chi non ha mai tentato
nulla, assolutamente irreversibili. Di solito sommano vantaggi e svantaggi. E
ciò che oggi sembra sfavorevole, domani può trasformarsi in una straordinaria
opportunità”. (Da L’età incerta,
Mondadori).
8. Fino a un certo punto Aron è come tutti, anzi forse un po’ meglio della media, poi ne fai un emarginato. Anche la maestra di Aron, a suo modo, è un’emarginata, come Liam, anche se di lui vi è appena un accenno nel libro. Perché protagonisti non di successo? Come mai questa scelta negli eroi della tua saga?
8. Fino a un certo punto Aron è come tutti, anzi forse un po’ meglio della media, poi ne fai un emarginato. Anche la maestra di Aron, a suo modo, è un’emarginata, come Liam, anche se di lui vi è appena un accenno nel libro. Perché protagonisti non di successo? Come mai questa scelta negli eroi della tua saga?
Bellissime
domande a cui rispondo con queste: che gusto c’è se l’eroe è già formato? Dove
sta l’immedesimazione che permette di crescere insieme a lui? Se l’eroe è come
noi (anche peggio!) ma è in grado di affrontare pericoli immensi, di superare
prove orribili, di vincere le proprie paure, allora tutto sommato possiamo fare
altrettanto! Io lo trovo incoraggiante.
9. Essendo io fissata con le isole e i lettori del blog lo sanno. (Poveri loro!) Non posso non chiederti quanto importanza ha per te l’ambientazione e a quale luogo ti sei ispirata per creare l’isola di Aron? Visto che qui siamo tutti amanti dei libri, perché non ci dici anche se nella realtà esiste una biblioteca di Irìsia?
9. Essendo io fissata con le isole e i lettori del blog lo sanno. (Poveri loro!) Non posso non chiederti quanto importanza ha per te l’ambientazione e a quale luogo ti sei ispirata per creare l’isola di Aron? Visto che qui siamo tutti amanti dei libri, perché non ci dici anche se nella realtà esiste una biblioteca di Irìsia?
Anche
queste sono due domande! ;) Cominciamo dalla prima. Il mondo di Aron è molto
vasto, complesso. Non so se riuscirò a inserirlo tutto, ma è sicuro che sia
dettagliato nella mia testa. Mi sono ispirata al contesto culturale in cui
vivo. Sono un misto di tradizioni, il Nord e il Sud, perciò, in generale, credo
di aver preso spunto da questo mio modo di essere, anche se alla fine ho
allargato la visuale, spaziando dalla cultura mediterranea a quella celtica. Scendendo
invece nei particolari, la felice isola di Aron rappresenta, più che un luogo
fisico, la solarità del Salento e... mio nonno, che era un guardiano dei fari. La
Biblioteca di Irisìa, invece, è ispirata a un luogo reale: la facoltà di
lettere e filosofia di Pavia, città a me cara per diverse ragioni.
(e qui mi metto a saltare. Deborah forse non lo sa ma vivere in un faro era, è e forse sarà il mio sogno. Dunque grazie nonno di Deborah che hai ispirato Islya)
10. Domanda quasi finale e molto personale. Ovviamente non ci anticiperai nulla della saga ma magari ci potresti dire qualcosa sui tuoi progetti futuri. Pensi di scrivere il romanzo ispirato a “Il risveglio” il racconto con il quale hai vinto la scorsa estate il concorso del Fantasy World Forum?
Sì,
quello è uno dei miei progetti futuri. Carattere e storia personale di Gabe e
Nerissa sono già tracciati, così come l’ambientazione steampunk. Manca una
trama che mi soddisfi, il che, come avrai intuito, significa ben strutturata e se
possibile originale. Finché non ho questi elementi, continuerò a lavorare
principalmente sul seguito di Aron. Ho anche altre idee, tra cui dei progetti
con biblioteche e scuole, ma sono ancora così incerte che aspetto a dirne di
più.
La domanda +1 è la domanda di riserva.
C’è qualcosa che avresti sempre voluto che
qualcuno ti chiedesse, ma non l’ha mai fatto?
Ora è il momento giusto!
Suggerisci la domanda che desideri e poi
regalaci la risposta.
Oddio,
questa è bellissima, ma difficile! Be’, forse mi piacerebbe se mi chiedessero
qual è il personaggio da cui mi discosto di più anche se, per chi non ha letto
il libro, temo non abbia molto senso dire Gil, il migliore amico di Gwinever.
Questo perché è l’unico personaggio ispirato a priori a una persona reale. Altrimenti,
se posso tuffarmi sulla domanda di riserva (sto barando), mi chiederei: pensi
di scrivere qualcosa di diverso dal fantasy? Non è escluso. E magari per
adulti.
Ti
ringrazio tanto, Claudia, è stata una bellissima chiacchierata! :)
Grazie a te
Deborah!
Le tue risposte
sono state proprio interessanti e svelano molto anche del perché "Il segreto
degli Undici" mi sia piaciuto così tanto.
A questo punto non
ci resta che attendere il seguito della storia di Aron ma anche i futuri lavori
di questa brava autrice^^
E per concludere come si deve vi lascio tutti i link per trovare
Il blog dell'autrice qui;
L'estratto del libro qui;
Il book trailer e le letture di alcuni capitoli del libro fatte dalla viva voce di Deborah qui
E per concludere come si deve vi lascio tutti i link per trovare
Il blog dell'autrice qui;
L'estratto del libro qui;
Il book trailer e le letture di alcuni capitoli del libro fatte dalla viva voce di Deborah qui
Brava Deb! ;) Bella l'intervista.
RispondiEliminaQuesta cosa del nonno non me l'avevi mai detta, sono geloso XD
Non vorrei essere nei tuoi panni Deb...
RispondiEliminaOh, Chaggy, ma tu sei il mio nonnino preferito! ^^ Un giorno, un quadro o una canzone jazz mi ispirerà un best seller, hihihi... ^^''
RispondiEliminaDaisy, per ora ti invio solo un bacione in attesa di riabbracciarci in qualche fiera! -^_^-
Si, dai! A Torino o a S. Giorgio dobbiamo trovarci, così non stresso solo il traz, anche tu avrai la tua parte XD
RispondiEliminaFavolosa intervista!
RispondiEliminaEccomi operativo al 100%... Nel post festività...
Auff...
Un mega abbraccio favolosa donna!!!
SMACK
Codesto menestrello l'è di 'tardo como sempre!
RispondiEliminaEsso lesse rapito parole della madonna Deb, financo maraviglia fu di silenzio in scrittura!
Menestrello coglie occasiona di presentare sua presenza a corte di madonna Daisy, financo non trovar loco ove posar copricapo piumato fermerà codesto menestrello da cantar propria favella! (Madonna non tema, codesta non l'è minaccia da brigante ma augurio di menestrello!)
Benvenuto Messere! Potrà cantar la proprio favella quando vorrà! Cerco comunque un luogo dove poggiare il copricapo piumato, se c'è posto per la tenda tartara vuole che non ce ne sia per un attaccapanni? Aspetti e vedrà!^^
RispondiEliminaDeb è bravissima, e il silenzio è mercanzia rara e preziosissima!
Menestrello l'è incantato da 'sìffatta trovata! Invero l'è onor aver loco ove posar copricapo di piuma e madonna ha tutto cor di codesto povero menestrello.
RispondiEliminaPer così poco! Suvvia, invece attendo il seguito del tuo intrigante racconto. Spero di leggerlo presto ;) Grazie per la visita!
RispondiEliminaL'è piacere di menestrello!
RispondiEliminaInvero seguitar s'istoria giungerà in settimana ventura, nello dì odierno l'è compito di prodi Nebular rallegrar loco dello menestrello!