Eccomi qui!
Pensavate di esservi liberati della sottoscritta, dite la verità?
Invece no!
Tornata più in forma che mai, o quasi ^^
In questi tre giorni di malattia non potevo certo affrontare Joanne Harris, così considerato anche che sabato, cioè oggi, mi scadeva il prestito di “Century. L’anello di fuoco” di Baccalario me lo sono letto.
Premetto che non avevo mai, dico mai, letto niente di Baccalario.
In effetti non sapevo nulla della sua esistenza finchè qualche settimana fa MP Black non me ne ha parlato.
Così, per colmare questa mia immensa lacuna, ho preso in prestito questo libro.
Potevo prendere un Ulysse Moore direte voi, troppo facile!
Così ho letto questo delizioso romanzo. E già dall’aggettivo “delizioso” si capisce che mi è piaciuto.
due parole sulla trama rubate da aNobii:
29 dicembre, Roma: è notte e un uomo corre affannosamente lungoil Tevere. Tra le mani stringe una valigetta nera. Sta cercando quattroragazzi. Nello stesso momento, Elettra, Sheng, Mistral e Harvey escono dinascosto dalla loro camera d'albergo per esplorare la città sommersa dallaneve. Fino a poche ore prima non si conoscevano, adesso hanno appena scopertodi avere qualcosa in comune: sono nati tutti lo stesso giorno, il 29 febbraio.Quando l'uomo li vede, non ha dubbi: sono loro. Affida il suo preziosobagaglio a Elettra e scappa. Dentro la valigetta c'è una strana mappa dilegno... La sfida è iniziata.
Leggere questo libro è stato come sedersi sul divano e guardare la puntata di un bel cartone animato.
Nel senso migliore del termine.
Un romanzo che proprio si “vede”.
I personaggi sono bel delineati, li si immagina benissimo, le ambientazioni, i cattivi e Roma.
Ahhh Roma! Qualsiasi libro ambientato a Roma ha subito tutta la mia attenzione!
La storia è originale.
Ogni cento anni quattro ragazzi devono affrontare qualcosa, (non si sa bene cosa) e i quattro amici dei nostri giorni: Elettra, Mistral, Harvey e Sheng, nati l’incredibile 29 febbraio si trovano coinvolti nella ricerca dell’Anello di fuoco.
Subito però questa cerca viene funestata dalla morte di una persona e questo è il punto di divisione con la tradizione millenaria e l’inizio dell’avventura vera e propria.
Non che si capisca bene cosa sia, non ci sono grandi spiegazioni, ma solo il primo romanzo dei quattro che compongono la saga. Inoltre è scritto per giovani adulti e di solito questi lettori sono più pazienti di noi adulti.
Lo stile di Baccalario mi piace proprio, è simpatico, accattivante e, oltre a scrivere benissimo, riesce a ben calibrare i cambi di prospettiva senza confondere il lettore.
Certo ci sono sbavature e scollamenti, non lo posso negare, ma confido che nei rimanenti volumi della saga il tutto si risolva.
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