Eppure sulla propria madre c'è di che riflettere.
Il primo essere umano con cui veniamo in contatto.
Ci ha formati, ci ha creati, carne e sangue quali siamo.
Per i più fortunati ci ha amati e ci ha protetto finchè ha potuto.
Ci ha formati, ci ha creati, carne e sangue quali siamo.
Per i più fortunati ci ha amati e ci ha protetto finchè ha potuto.
Ci ha insegnato a fare tutte le strabilianti cose che ogni giorno diamo per scontate: camminare, parlare, mangiare e usare un bagno.
Fosse solo per quello le dovremmo rispetto e riconoscenza.
Fosse solo per quello le dovremmo rispetto e riconoscenza.
Purtroppo però nella lunga strada verso la maturità abbiamo appreso anche molte cose che lei forse non voleva che imparassimo, ma che noi, come tutti i bambini, abbiamo assimilato come spugne.
Nell'adolescenza punto per punto abbiamo fatto presente ogni singolo aspetto negativo.
Si spera, nell'età adulta, siamo riusciti ad instaurare un rapporto che ci consentirà di volerci bene senza più ferirci.
Tutta questa lunghissima premessa per arrivare al libro che oggi vi propongo.
No kid. Quaranta ragioni per non avere figli
Autore Maier Corinne
Prezzo € 13,50, 2008, 148 p., brossura
Traduttore D'Elia A.
Editore Bompiani (collana I grandi pasSaggi Bompiani)
Contro tutti i benpensanti che elogiano la maternità come un mito e un incanto, Corinne Maier (pur madre di due figli) invita alla cautela: fare figli non è né una passeggiata né un paradiso. Meglio non ascoltare le puerpere che, anziché ammettere di essere stravolte, dire che il parto le ha lacerate, confessare che non dormire è un incubo, continuano a sostenere che partorire è la più bella delle esperienze. E che dire delle madri di bambini di sette/otto anni? Si dicono felici anche se non hanno più un minuto per se stesse o per una passione personale; passano tutta la giornata a scorrazzare per la città per accompagnare i figli ora in piscina, ora alle lezioni di musica, ora a scuola ecc... Insomma, i figli non sono solo dei tesori e della benedizioni. Diciamo che sono anche altro. E se ne può parlare anche in un altro modo.
Non avevate mica creduto che vi avrei proposto un libro strappalacrime con sottofondo musicale stile anni 20?
Se proprio non ve la sentite di leggerlo ho la proposta di riserva:
Il ballo
Traduzione di Margherita Belardetti
2005, 12ª ediz., pp. 83
Il ballo ha la perfezione esemplare di un piccolo classico, poiché riesce a mescolare, pur nella sua brevità, i temi più ardui: la rivalità madre-figlia, l’ipocrisia sociale, le goffe vertigini della ricchezza improvvisata, le vendette smisurate dell’adolescenza – che passano, in questo caso eccezionale, dall’immaginazione alla realtà. Perché è proprio una vendetta, quella della quattordicenne Antoinette nei confronti della madre: non premeditata, e per questo ancora più terribile. In poche pagine folgoranti, con la sua scrittura scarna ed essenziale, Irène Némirovsky condensa, senza nulla celare della sua bruciante crudeltà, un dramma di amore respinto, di risentimento e di ambizione.
Giusto per farci stare male e pensare alle molte volte che coscienti o meno abbiamo ferito l'animo di nostra madre e, se madri lo siamo, per prepararci, come meglio possiamo, alle pugnalate dei nostri figli.
mi piace la prima... anche se, visto che l'autrice ha 2 figli, suppongo che le 40 ragioni non siano molto convincenti.
RispondiEliminaInteressante punto di vista!
RispondiEliminaIo mi ero detta che le 40 ragione le erano venute proprio dalla sua esperienza!
MI piaceva il punto di vista libero. Non si fanno i figli perchè tutti li fanno e perchè tutti si aspettano che devi farli. Si fanno per amore per crescere un figlio è un grandissimo sacrificio ed è bene essere preparati a quello che si va incontro. Poi ognuno compie le sue scelte. Io l'ho interpretato così :))