Oggi intervista a un autore che mi piace molto, sia per l'ironia con cui scrive sia per le tematiche che tratta nei suoi libri: Fulvio Ervas
Fulvio Ervas è nato nell’entroterra veneziano il 23 luglio 1955, senza sapere che Albert Einstein era morto da qualche mese. Quando ne avrà coscienza, si iscriverà a un liceo con la presunzione di doversi costruire una cultura scientifica. Inspiegabilmente attratto da tutti gli animali diversi dall’uomo, si laurea in Scienze Agrarie, con un’inquietante tesi sulla “Salvaguardia della mucca Burlina”. Insegna Scienze Naturali nell’Impero della pubblica istruzione, e di questo ci racconta in Follia docente, ma è assediato da altre storie. In treno, nell’orto, vicende e personaggi gli si affollano in testa, e non gli danno pace finché non si sentono in salvo su una pagina. Insieme alla sorella Luisa ha pubblicato "La lotteria" (Premio Calvino 2001) e "Succulente". Dopo "Commesse di Treviso", "Pinguini arrosto", e "Buffalo Bill a Venezia", "Finché c’è prosecco c’è speranza" è il quarto romanzo che vede protagonista l’ispettore Stucky, mezzo persiano e mezzo veneziano. Fulvio Ervas vive in provincia di Treviso con la famiglia e un numero imprecisato di animali domestici.
Ciao grazie per avere accettato di essere qui e di rispondere alle mie domande, accomodi pure
1. Per cominciare ti va di raccontarci qualcosa di te?
Insegnante, materie scientifiche, intelligente, bello e un poco solitario. Solitario è assolutamente vero. Il resto è contrattabile.
2. Quando hai iniziato a sentire la necessità di scrivere?
Mi sono fatto le ossa scrivendo volantini per i movimenti politici. Poi sono cresciuto.
3. Quali sono i libri e gli autori a cui senti di essere più legato?
Se voglio leggere uno scrittore immaginifico, leggo Giorgio Manganelli (l’unico italiano geniale); se voglio leggere una giallista creativa, leggo la Fred Vargas; se voglio capire qualcosa del Nordest e macerami, leggo Massimo Carlotto. Poi ci sono i saggi scientifici, che leggo per imparare.
4. Ti va di suggerirci un libro?
“Giardini”, di Robert Pogue Harrison, perché anche l’umanità ha qualche traccia di spirituale intelligenza.
5. Ci sono altre forme di arte, come la musica o la pittura, per fare un esempio, a cui sei legato? Influenzano il tuo scrivere?
Coltivare l’orto.
6. Come scrivi? Cioè progetti, documenti e poi scrivi o ti siedi e poi cominci a digitare parole al computer? Hai dei riti particolari?
Parto da un tema che mi ha colpito. Poi invento. Di solito l’idea centrale scaturisce nel mese di maggio, scrivo come viene in estate e sistemo in inverno. Quando non c’è niente da fare in orto.
7. Come è nato l’ispettore Stucky?
Da un amico persiano, dalla curiosità per le indagini scientifiche, dal fastidio per i gialli stroppo crudeli, dall’amore per Venezia ( mulino Stucky)
8. Nei tuoi romanzi oltre al giallo c’è sempre una storia parallela legata a personaggi particolari, quasi delle caricature, che affrontano tematiche di attualità. Nascono prima i personaggi o prima le tematiche?
Prima le tematiche. L’unica fatica è trovare i personaggi che veicolino le tematiche e creino il contesto per poterle narrare.
9. In “Follia docente”, lasci il giallo per tuffarti nell’Impero della Pubblica Istruzione. È stata un’incursione isolata o tornerai a parlare ancora del mondo della scuola?
“Follia docente” è stato il mio primo romanzo, pubblicato 12 anni dopo la sua ideazione. Volevo aggirare il solito modo di raccontare la scuola, sostenendo, come sostengo nella mia funzione di insegnante, che sia un luogo irreale, complesso, tanto complesso che chi vi opera non ha spesso strumenti per orientarsi con sicurezza. Per il momento non sento il bisogno di scrivere ancora di scuola. Sono poi convinto che “Follia docente” sia ancora troppo “avanti” e che potrà essere letto anche fra qualche anno.
10. Stai lavorando a nuovi progetti? Ti va di anticiparci qualcosa?
A fine maggio esce, sempre per la Marcos y Marcos di Milano, “L’amore è idrosolubile”. Sempre Stucky, tra uno scheletro sepolto e un paio di veggenti.
La domanda +1 è la domanda di riserva.
C’è qualcosa che avresti sempre voluto che qualcuno ti chiedesse, ma non è mai successo?
Ecco, ora è il momento giusto: suggerisci la domanda che desideri e poi regalaci la risposta.
11. Perché gialli ironici?
Perché no? Vedrete che piano piano si apprezzeranno.
Non posso che essere d'accordo!
Allora che ve ne pare? Conciso e deciso ^__^
Non lo conoscevo, ma le sue risposte mi sono molto piaciute e i suoi romanzi hanno titoli bellissimi... Gialli ironici? Perché no? Sembra interessante!
RispondiEliminaGrande! Lisa
RispondiElimina@Lisa :)))
RispondiElimina@Francesca, non lo conosci? Devi rimediare! Se vuoi teli presto^^
Letto le risposte? Il fatto è che lui è proprio così, come lo leggi eheheheh.