Le cronache di Gaia

Cronache di Gaia.

Un luogo di viaggio e di passaggio, benvenuti!

lunedì 8 aprile 2013

Un post personale per dire grazie

I luoghi comuni sono duri da sfatare o da smentire, ma ci proverò con questo post molto personale, diverso dai soliti che pubblico.

Oggi vi parlerò della mia bella esperienza all'ospedale Ca' Foncello di Treviso.
Nel limite del possibile di quello che possa essere considerata la degenza in ospedale  una "bella" esperienza.
Il paziente non ero io, ma mio figlio più piccolo. Un intervento programmato, ma comunque un intervento che arrivava alla fine di un periodo nero e di una doppia frattura.


Con questo piccolo post vorrei ringraziare il personale che lavora nella Chirurgia Pediatrica e nella Pediatria dell'ospedale di Treviso. Fin dalle prime visite ho capito che era un gruppo valido, per la professionalità ma anche per il sorriso che sapevano dare ai piccoli pazienti. 
Ringrazio tutti gli operatori sanitari perché, per quanto fondamentali, non bastano i medici per fare un buon reparto. Servono infermiere e infermieri, cortesi ma decisi nel contenere genitori ansiosi che spesso perdono il senso della misura di fronte al dolore del loro piccolo. Servono addetti all'assistenza che garantiscono pulizia, pasti e luoghi confortevoli. Servono segretarie efficienti che organizzano appuntamenti e interventi. 
Un grazie speciale ai volontari che dedicano il loro tempo a portare gioia e normalità anche in corsia. Giovani  donne come Alessandra che si industria per ingannare l'attesa e donne più mature come la bibliotecaria di reparto, (sì, avete capito bene, c'è anche una biblioteca!) che si ingegna a trovare un libro per ogni bambino, così che, perdendosi nella storia, possa per un po' dimenticare il proprio male.
Tutte queste persone assieme ai bravi medici (non affetti dal terribile morbo del delirio di onnipotenza che spesso colpisce questa categoria professionale) lavorano assieme ogni giorno per cercare di alleviare le sofferenze dei pazienti affetti da malattie più o meno gravi e, forse, proprio perché si tratta di bambini, hanno cercato di rendere il reparto un luogo colorato e ricco di sorrisi.
Sapere che ci sono queste persone, che esistono davvero, non sono solo stucchevoli personaggi dei film americani, ma che sono papà e mamme come me, che ogni giorno si dibattono tra mille incombenze, mi fa pensare che c'è speranza per questo nostro bistrattato Paese.
A dispetto di tutto quello che vogliono farci credere, ci sono molte, moltissime brave persone in Italia.
Una foresta che cresce il cui rumore non si sente perché nascosto dal boato di pochi alberi che cadono.
Non so fare molte cose, so scrivere così, così, e lo scrivo piena di riconoscenza, non solo per mio figlio ma per tutti i bambini che lì sono curati: grazie a tutti!

1 commento:

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