Le cronache di Gaia

Cronache di Gaia.

Un luogo di viaggio e di passaggio, benvenuti!

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domenica 16 dicembre 2012

Intervista dal Diario dei pensieri persi

Buona domenica!
Spero siate riusciti a superare il caos dovuto alla neve e che la giornata trascorra lieta.
A casa mia di neve solo l'ombra, fuggevole, apparsa venerdì mattina alle cinque, ma poi fuggita già alle otto.
Sotto la pioggia.
Come avrete capito dal titolo del post sono stata intervistata e ieri nel Diario dei pensieri persi è stata pubblicata l'intervista che mi aveva fatto qualche settimana fa Francesca Rossi, se avete voglia potete darci un'occhiata.
C'è una piccola anticipazione ufficiale riguardante il seguito di Pearls che vi consiglio di non perdere!



Visto che ci siete, fermatevi per la sorpresa che il Diario ha preparato per ricordare Jane Austen, nata il 16 dicembre 1775 e di cui oggi è l'anniversario.

Ancora buona domenica e ci sentiamo la prossima settimana con la letterina a Babbo Natale, ossia la lista dei libri che vorrei leggere l'anno prossimo :)

martedì 27 marzo 2012

Intervista, segnalazioni libri e un po'

Ciao a tutti! 
Avete cominciato bene la settimana? 
Io non posso lamentarmi ;) 


La cara Alessandra Paoloni ha pubblicato nel suo blog (che vi invito a visitare) l'intervista che mi aveva fatto nei giorni scorsi, se volete potete leggerla qui 


Ma questa sarà anche una settimana molto speciale per le uscite di alcuni volumi che attendo con ansia! 


Il primo ovviamente è il nuovo thriller del mitico Mario De Martino: "Antarctica"




Potete visitare il sito dell'autore per aver tutte le informazioni che volete,  io riporto solo quella che credo sia la sinossi...


 1947. Nel corso dell'Operazione Highjump, il sottomarino USS Rebecca capta un segnale radio in prossimità della costa della Nuova Svevia, Antartide. Il presidente Truman si convince che il misterioso velivolo ritrovato e il congegno che trasporta siano armi naziste di ultima generazione. Chiede allora all'ex primo ministro britannico Winston Churchill di consultare le decrittazioni dei messaggi nazisti effettuate a Bletchley Park. Dai documenti emerge una verità agghiacciante. Ai giorni nostri, una catena di efferati delitti costringe l'FBI e la CIA a una pericolosa caccia all'uomo. Cosa si annida nella mente del killer? Quali segreti nasconde il Governo in una piccola isola sperduta nell'Oceano Pacifico? Questo avvincente thriller ci fa viaggiare attraverso il tempo, fra le oscure pieghe di un passato che, ingenuamente, credevamo di conoscere. 


 Non siete curiosi? Io da morire! 


Infatti ho già prenotato il libro su Amazon ;)) 




 Il 30 marzo invece esce un paranormal romance davvero originale! 


"Io sono Heatcliff" di Desy Giuffré






 Vi lascio il booktrailer che mi ha entusiasmata!





 E per finire segnalo anche il nuovo romanzo di Camilla Morgan Davis: "Il canto delle ombre".
E' uscito l'8 marzo, ma io ero sulla luna e non me ne ero accorta...



Si tratta del seguito de "Il canto della notte" di cui avevo parlato qui. Rileggendomi mi sono resa conto di essere stata molto dura, perché tutti i punti un po' deboli del romanzo non mi tornano alla memoria, mentre quelli forti li ho ben presenti!
Sarei proprio curiosa di leggere il seguito!


Per finire vorrei farvi notare le copertine, una meglio dell'altra! *_*
Quando si dice che l'occhio vuole la sua parte...

domenica 18 marzo 2012

Intervista per Un buon libro non finisce mai

Buona domenica!
Oggi vorrei segnalarvi il blog "Un buon libro non finisce mai"
Trovate una recensione a Esedion e la mia intervista.
Ringrazio Ezio che è stato così gentile da ospitarmi nel suo blog.
Tra le risposte trovate anche una piccola anteprima!

martedì 5 luglio 2011

News

Ciao a tutti!
Oggi volevo rendervi partecipi della bella intervista che mi ha fatto Lucia Scarpa nel forum il Club degli scrittori, se volete potete leggerla qui
Inoltre domani sera ci sarà un presentazione memorabile!

Incontro con le due autrici pievigine di fantasy
M.P. BLACK e CLAUDIA TONIN

domani, mercoledì 6 luglio 2011- ore 21.00

Sala riunioni isola La Roggia
Borgo Stolfi, 1 - Pieve di Soligo (TV)

Presenta la serata
Loretta Gallon

Io e MP Black presenteremo i nostri libri e ci sarà proprio da ridere, o almeno, io e lei di certo rideremo^^
Se avete un account FB trovate qui l'evento:http://www.facebook.com/event.php?eid=120399644713271

Prima di partire per il mare spero di postare le foto.

Buonissima giornata a tutti!

mercoledì 25 maggio 2011

Mi hanno intervistata!

Siccome dopo il meraviglioso blog tour di Esedion ho preso un certo gusto con le interviste, eccomi a segnalare la simpatica intervista che mi ha fatto Teresa nel suo blog Due di Cuori.
La ringrazio di cuore per la sua disponibilità e per avermi introdotta nel forum Creativity Station.
Se avete voglia, provate a darci un'occhiata ^^

mercoledì 4 maggio 2011

10 domande + 1 a...Fabrizio Valenza

Rieccomi!
Oggi ospito con grandissimo piacere uno dei miei autori preferiti: Fabrizio Valenza.
Per un caso fortuito proprio oggi mi è stato recapitato il suo ultimo libro, quando si dice il destino!
Cominciamo come al solito con un po' di notizie sul gentile autore con cui parleremo.
Anche oggi ringrazio Wikipedia per il suo indispensabile aiuto.

Fabrizio Valenza è uno scrittore italiano, in particolare di romanzi fantasy e racconti horror.

Laureatosi in Filosofia all'Università degli Studi di Verona,[1] e in Scienze Religiose presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro Martire, giunge alla sua prima pubblicazione con il romanzo fantasy Geshwa Olers e il viaggio nel Masso Verde, primo volume di una eptalogia intitolata Storia di Geshwa Olers.[2]. Il primo libro è stato pubblicato da L'Età dell'Acquario nel novembre2008; in seguito ha iniziato a lavorare con Edizioni Domino, che nel 2009 ha pubblicato il romance La ragazza della tempesta e il secondo volume dell'eptalogia, La faida dei Logontras, nel 2010. I suoi lavori successivi sono di genere horror.

È considerato promulgatore del cosiddetto med-fantasy, sottogenere del fantasy.[senza fonte]

È direttore del sito Fantasy Planet[1], di La Corte Editore, per il quale cura settimanalmente una rubrica dedicata al re del brivido Stephen King, ed è ideatore del blog Il cielo nel libro, dedicato alfantasy italiano, appartenente al portale multiblog HotMag di Paolo Roversi.

I suoi libri

  • Storia di Geshwa Olers, eptalogia med-fantasy:
    • Geshwa Olers e il viaggio nel Masso Verde, L'Età dell'Acquario, 2008
    • Geshwa Olers - La faida dei Logontras, Edizioni Domino, 2010 ( di cui ho parlato in questo post)

Altre Opere

  • La ragazza della tempesta, Edizioni Domino, 2009 (di cui ho parlato qui)
  • Commento d'autore, Linee Infinite, 2011

E proprio ora stringo tra le mani "Commento d'autore"



"Mirta Cobales lavora come segretaria nel comune di Verulengo. Finito il turno si prepara per il suo secondo lavoro cioè quello di soddisfare i desideri di vari uomini, divenuti ormai clienti abituali, tra le mura della sua casa. Il 19 maggio 2009 Mirta apre la porta a Cesare Ombroso, lo invita ad andarsene poiché quel giorno era già stato con lei, ma con sua grande sorpresa il signor Ombroso entra e la donna presto capisce che quello non è il vero Cesare... viene aggredita, fatta a pezzi, cucinata e data in pasto ai maiali. Da quel giorno, a Verulengo, iniziano ad accadere fatti strani."


Uhmmm sinossi molto accattivante, non credete?

Ora però è venuto il momento di far accomodare Fabrizio


Ciao! Grazie per avere accettato di essere qui e di rispondere alle mie domande.

Grazie a te!

1. Per cominciare ti va di raccontare qualcosa di te?

Sono innanzitutto un insegnante veronese presso la Scuola dell'Infanzia, un lavoro che mette sempre in moto la mia fantasia per trovare il modo più opportuno e intrigante di trasmettere la passione per le cose. Inoltre sono uno scrittore (anche se mi piacerebbe di poter dire: sì, di mestiere faccio lo scrittore. Purtroppo non posso ancora permettermelo). Sto per sfondare la soglia dei quarant'anni ma dentro di me ne sentirò sempre sedici, come quelli del mio personaggio più importante.

2. Quando hai iniziato a sentire la necessità di scrivere?

Fin da quando sono entrato nella pre-adolescenza. Tra i dodici e i tredici anni avvertii il bisogno di mettere per iscritto una storia d'amore impossibile, tra un uomo carcerato e una donna che gli si poteva avvicinare solo attraverso le grate della finestra. Probabilmente rispecchiava una fatica sentimentale che già allora iniziava a manifestarsi dentro di me. Più importante, però, della fatica è notare che trovassi fondamentale mettere per iscritto i miei pensieri. Il passo successivo fu quello di scoprire nella vasta biblioteca di casa mia i libri di Emilio Salgari, autore della mia città, più noto e stimato all'estero che in Italia, e di cui ricorre proprio in questi giorni il centesimo anniversario della sua morte. La bellezza di sentirmi immerso nelle sue avventure, totalmente immaginate da fermo a Verona mi dimostrò come fosse possibile creare ed essere in un altro mondo con il solo uso del linguaggio, della penna e della immaginazione. Perciò mi diedi a fare dei tentativi, supportato da uno strano regalo che, ogni tanto, mio padre mi faceva: grandi libri rilegati con copertina in stoffa e tutto ciò che era necessario a dargli l'apparenza di un testo importante... ma con le pagine totalmente bianche. Mi divertivo a riempirle con il contenuto della mia fantasia. Infine conobbi i romanzi di Tolkien e di Asimov (più tardi quelli di Lovecraft) e la frittata giunse a cottura.

3. Quali sono i libri e gli autori a cui senti di essere più legato?

Indubbiamente un ruolo importante rivestono gli autori che mi hanno accompagnato nell'amore per la lettura: non tanto Salgari, che dopo l'adolescenza non ho più praticato, se non riscoprendolo adesso, quanto piuttosto Tolkien, Asimov, Lovecraft, Dante, Foscolo, Manzoni. La mia formazione privata è soprattutto classica. Quando si è trattato, tuttavia, di scoprire e affinare lo stile personale, mi sono innamorato visceralmente di autori quali Stephen King, Paul Auster e Ian McEwan, che reputo i migliori scrittori contemporanei. In Italia una stella di prima grandezza tra i viventi è solo Camilleri. I testi che hanno segnato la mia formazione sono La Divina Commedia, Dei Sepolcri, I Promessi Sposi, Lo Hobbit, la trilogia formata da Cronache della Galassia, Il crollo della Galassia Centrale e L'altra faccia della spirale. Poi alcuni racconti di Lovecraft, e avanti con Le notti di Salem e The Dome di King, Trilogia di New York di Auster e Sabato di McEwan. La lista sarebbe molto più lunga, ma questi sono i principali.

4. Ti va di suggerirci un libro?

Certamente. Notte buia, niente stelle di Stephen King, per rendersi conto di che razza di grande della Letteratura sia questo scrittore ancora troppo sottostimato.


5. Ci sono altre forme di arte, come la musica o la pittura, per fare un esempio, a cui sei legato? Influenzano il tuo scrivere?

In realtà mi sento legato a tutte le forme d'arte. Sono cresciuto fin da piccolo immerso nell'amore per l'arte. Il mio fratello più grande è un illustratore. Un altro è compositore e un altro ancora fotografo e attore. Tra i miei antenati ci sono archeologi e letterati. Trovo impossibile scrivere senza far riferimento alla visione del mondo veicolata da qualunque forma d'arte. In modo particolare è la musica a travolgermi con la sua capacità di comunicare il divino.

Sono fermamente convinto che ci siano degli artisti che si sono resi costante disvelamento di Dio: Bach, Mozart, Beethoven, Mahler, Rossini, Leonardo, Bosch, Hugo, Leopardi e tanti altri. È come se fossero stati capaci di aprire una finestra direttamente sull'universo totale, attraversato dalla presenza divina, riuscendo a renderla manifesta in ciò che scrivevano. Anche scienziati e filosofi, ben inteso. Cos'altro sarebbero le opere di Cartesio, Newton, Kant e Einstein se non nuove e differenti scintille del divino sulla Terra?

Se c'è una forma d'arte che influenza il mio scrivere è senz'ombra di dubbio la musica. Mi sono trovato spesso a scrivere interi capitoli attorno ai ritmi travolgenti o pacati di opere liriche e sinfonie. A volte anche di canzoni di musica leggera. Verdi ha influito molto sulla Storia di Geshwa Olers, il musical Les Misérables su La ragazza della tempesta, il country ed Elvis Presley su Commento d'autore. Ma poi anche Mahler e Wagner sul prossimo Tu sarai l'inizio, e i Beatles, scoperti di recente, e moltissima musica che ascolto in continuazione.

6. Come scrivi? Cioè progetti, documenti e poi scrivi o ti siedi e poi cominci a digitare parole al computer? Hai dei riti particolari?

Non progetto mai. L'unico caso in cui l'ho fatto è stato per la trama generale di Storia di Geshwa Olers, semplicemente perché lì c'era da dare coerenza a un intero mondo. Ma anche in quel caso, la progettazione è comunque venuta successivamente alla stesura dei primi capitoli (ora inizio del quinto volume). Progettare prima è come voler dire: non t'azzardare a fantasticare più di così. No no, niente progetti.

Di solito mi metto al computer, apro un file, gli do un titolo provvisorio e poi, quando è arrivata la sensazione giusta o l'immagine affascinante, inizio a scrivere. Lascio che sia la trama a portarmi innanzi. L'unica condizione è che ci sia per lo meno un personaggio così interessante e ben formato nella mia mente da essere in grado di trascinarmi al computer giorno dopo giorno. Quando inizio qualcosa, scrivo ogni giorno almeno mille parole senza interruzione, qualunque quantitativo di tempo ci voglia. Talvolta riesco a scriverne molte di più e le accolgo come un acquazzone improvviso che non può far altro che bene. Spesso mi preparo l'atmosfera con un pezzo di musica.

Riti? Direi di sì: poiché scrivo solitamente quando torno dal lavoro, alle quattro, devo farmi un caffè, berlo passeggiando per la cucina e immerso nei miei pensieri, mantenendo alto dentro di me il sentimento della pagina che andrò ad affrontare, e poi vado nel mio sottotetto, chiudo le due porte che mi separano dal resto della casa e lì entro nel mondo del mio romanzo. Tutto qui.

7. “Commento d’autore” è il tuo primo libro horror. Avevi già sperimentato il genere fantasy con la saga di Geshwa Olers, il romantico con “La ragazza della tempesta”. Ti piace percorrere nuove strade o stai sfidando te stesso e la tua abilità di scrittore?

Credo che la scrittura segua la varietà della vita e del cuore. Il mio cuore, fortunatamente, batte molti ritmi e prova infiniti sentimenti: voglio seguirli tutti. Indubbiamente c'è una percentuale di gusto della sfida di me stesso, per vedere dove riesco ad arrivare, ma sono convinto che un autore che ha voglia di fare possa arrivare molto lontano.

8. Sei anche uno scrittore fantasy, in Italia questo genere letterario ha una identificazione con il pubblico giovane se non addirittura dell´infanzia. Sei d´accordo?

No. Il fantasy permette di esprimere i sentimenti e i pensieri più particolari e profondi dell'essere umano. Il problema dell'Italia è che non sa quasi mai di cosa si parla, quando si parla di qualcosa. Però tutti danno fiato alle trombe, convinti di essere dei luminari. Questo avviene anche nel piccolo, a livello di lettori: cos'è lo snobismo nei confronti del fantasy se non un pregiudizio basato su una scarsa o nulla conoscenza della materia? La si crede adatta ai bambini quando non lo è quasi mai. Questo perché spesso e volentieri lo si confonde con il genere d'avventura.

9. Nel tuo blog trovano spesso spazio importanti questioni legate al panorama letterario italiano. Tu stesso hai coniato il termine ormai diffuso di Fantasy Mediterraneo. Cosa nel pensi dell’ormai famoso Manifesto TQ?

Mi piace essere attivo nel confronto letterario del nostro Paese, anche se non è sempre facile farlo, vuoi perché non ti viene concesso facilmente se non sei piuttosto "visibile", vuoi perché talvolta il dibattito si sofferma su "fenomeni estivi" e poco significativi.

Attenzione: io non uso la dicitura Fantasy Mediterraneo. C'è stato un periodo in cui l'ho fatto, ma si chiamava med-fantasy. Adesso ho smesso questo abito per il semplice motivo che, a forza di teorizzarlo, ha perso consistenza. No, preferisco parlare di "narrativa fantastica di ambientazione mediterranea". Non è una questione di fantasy o non fantasy, ma di una modalità che abbraccia tutto il racconto fantastico. Inoltre credo sia necessario specificare che si ha a che fare più con un'ambientazione mediterranea che con dell'altro che, francamente, non riuscirei a cogliere. Il med-fantasy lo lascio a chi vuole apporre etichette e giudicare la qualità secondo parametri prettamente personali.

Che il Manifesto TQ possa diventare famoso è un augurio, perché segnerebbe un bel cambio di prospettiva nei confronti della nuova narrativa italiana. Bisogna prendere atto, e qualcuno sta iniziando a farlo, che il modo di scrivere dei nostri autori di questi ultimi due decenni è profondamente cambiato. Migliorato? Non so dirlo, ma personalmente credo che ci siano interessanti variazioni che vanno verso una maggiore consapevolezza del proprio stile e del proprio debito nei confronti degli stranieri. Trovarsi a discutere attorno a un tavolo in maniera così ufficiale può essere utile alla causa di un riconoscimento della nuova grandezza che l'Italia si sta ritagliando in questi ultimi tempi. La Letteratura Italiana non si è fermata a Calvino e Moravia, insomma. Anche i nostri trentenni/quarantenni stanno dando il loro significativo apporto. Per ciò che riguarda il fantasy... c'è ancora un po' di strada da dover fare.

10. So che stai lavorando a nuovi progetti, ti va di anticiparci qualcosa?

I miei progetti sono sempre numerosi e spesso mi manca il tempo anche solo per iniziarli. Comunque... ho alcuni romanzi che attendono solo di essere pubblicati, tra i quali Tu sarai l'inizio, del quale ho sospeso la pubblicazione (che era prevista con Edizioni Domino) per non sovraespormi in quest'anno pieno di uscite. Si tratta di un romanzo drammatico dal forte contenuto soprannaturale. Poi c'è la serie di 7 case, che uscirà a partire dai prossimi mesi (in teoria da maggio) con il primo numero, La porta sbagliata. Si tratta di sette racconti horror ambientati in quel di Verulengo, e uscirà per i tipi di GDS Edizioni. A livello di progettazione c'è un romanzo basato su tutti i folletti italiani, che dovrebbe andare a costituire il testo di riferimento per il Grest di tutta Italia, ma su questo progetto mi permetto di mantenere il segreto fino a quando non si sarà effettivamente concretizzato. Inoltre, c'è la riscrittura di un romanzo che risale, ormai, ad alcuni anni fa, che unisce in un unico volumone le linee temporali di un passato, un presente e un futuro alternativi: una sorta di urban fantasy à la Fabrizio, intitolato Cronache dalla grotta. Infine, con una brava scrittrice sto pianificando un romanzo che, nelle intenzioni, potrebbe costituire il primo di una lunga serie. Anche questo lo si potrebbe definire come urban fantasy, sebbene sia piuttosto allergico alle etichette. Se proprio dovessi attaccargli la mia, la chiamerei serie gotica italiana. Staremo a vedere per quando riusciremo a stringere tra le mani il primo volume.

La domanda +1 è la domanda di riserva all’autore.

Avresti sempre voluto che ti chiedessero … ma nessuno l’ha mai fatto?

Ora è il momento giusto!

Suggerisci la domanda che desideri, siamo curiosi di leggere la risposta!

Certo. C'è una tematica che ricorre con una certa frequenza nei tuoi romanzi?

Indubbiamente, anzi, più di una. Il confronto con il padre, l'irruzione della morte nella vita, il passaggio dall'aldiquà all'aldilà, la fusione tra le dimensioni. Posso dire senz'ombra di dubbio che ognuna di queste tematiche affiori nei romanzi che ho scritto finora e, presumibilmente, in quelli che pubblicherò in futuro.

Grazie Fabrizio, la tua intervista mi ha dato molti spunti di riflessione di cui presto vorrei parlare nel blog.

E voi cosa ne dite? Mi pare che come sempre Fabrizio abbia parlato con chiarezza e ponendo accenti su questioni veramente interessanti.

Alla prossima intervista ;)

mercoledì 27 aprile 2011

10 domande +1 a ... M.P. Black

Oggi parlo con MP Black!
Mi fa un effetto strano intervistare Paola.
Sarà che la vedo tutti i giorni, sarà che come al solito volevo essere imparziale, sarà che la intervistano dappertutto, ma la sua, da prima intervista che doveva essere, è finita un po' dopo le altre.
Poco male, eccomi qui con la mia amica MP Black, a chi non la conosce consiglio la lettura della saga della Signora degli Elfi partendo da "Lisa Verdi e il ciondolo elfico" edito da 0111.
Un po' di biografia?
Ma sì!


M. P. Black, al secolo Paola De Pizzol, mamma di due splendidi bambini, ha
iniziato a scrivere fin da piccola brevi racconti "Fantasy", coltivando negli
anni il sogno di diventare scrittrice. Sognatrice ed estroversa, lavora come
impiegata comunale e vive nelle dolci colline venete. Adora la sua famiglia,
che rappresenta per lei un solido punto di riferimento. Nel 2007, con la casa
editrice "Il Melograno" di Milano, ha pubblicato il primo libro della trilogia
fantasy "Lisa Verdi e il ciondolo elfico", nominato libro dell'anno 2007 dall'
Associazione Servizi Culturali di Milano. Il libro è stato pubblicato in
seconda edizione, nel 2008, dalla casa editrice "0111" di Milano, ed inserito
nella collana "The best of 0111". Il secondo libro, "Lisa Verdi e l'antico
codice", è stato pubblicato sempre nel 2008 dalla stessa casa editrice ed
inserito, a sua volta, nella medesima collana. Il terzo ed ultimo libro della
trilogia, "Lisa Verdi e il Sole di Aresil", è stato pubblicato nel novembre 2009.
A breve uscirà il nuovo fantasy "I Guardiani delle Anime - La maledizione della regina." per Domino Edizioni.
Nel frattempo, sta lavorando ad un nuovo urban - fantasy, dal titolo "Ali di fata".

Bene Paola accomodati sulla mia poltrona...


  1. Per cominciare ti va di raccontarci qualcosa di te?

Innanzitutto, grazie per avermi dato la possibilità di parlare un po’ di me e dei miei libri. Mi chiamo Paola, ma con lo pseudonimo di M.P. Black ho pubblicato la trilogia di Lisa Verdi con la casa editrice 0111 edizioni di Milano. Presto, verso la fine di maggio, uscirà il mio nuovo fantasy “I Guardiani delle Anime”, con la casa editrice Domino di Piacenza. Sono una mamma-lavoratrice-casalinga. Oltre a scrivere, naturalmente, adoro leggere, mentre guardo poco la Tv. Prediligo il genere fantasy, ma, alla fine, leggo un po’ di tutto. Mi lascio influenzare nella scelta del genere dalle emozioni del momento o dallo stato d’animo.

  1. Quando hai iniziato a sentire la necessità di scrivere?

Ho iniziato a scrivere poesie e brevi racconti già alla scuola elementare, ma i primi romanzi brevi sono nati durante le medie e le superiori. In quel periodo, scrivevo principalmente romance storici. Mi è sempre piaciuto scrivere. Credo che la passione per la scrittura sia nata con me e, piano piano, sia uscita, fino ad esplodere definitivamente nel 2007, quando ho elaborato la trama di Lisa Verdi.

  1. Quali sono i libri e gli autori a cui senti di essere più legato?

Considero J.K. Rowling la mia maestra. Da lei ho imparato molto per quanto riguarda il genere fantasy. Ma adoro anche M. Proust, Jane Austen, E.A. Poe, che considero il maestro dell’horror. Un altro autore fantasy che adoro è C. Lewis. Ha uno stile semplice, scorrevole, e la saga di Narnia è una delle mie preferite, in assoluto.

  1. Ti va di suggerirci un libro?

Sinceramente ne avrei due da suggerire, letti negli ultimi mesi e scritti da due autori emergenti che promettono davvero faville. Il primo è un thriller del mio amico scrittore Mario De Martino, “I figli di Atlantide”, e pubblicato con la casa editrice Casini di Roma. Un romanzo adrenalico, che non lascia respiro e che si legge in un batter d’occhio, nonostante la mole voluminosa.

Poi inviterei gli amanti del genere a leggere la saga dell’Averon di Loredana La Puma, pubblicata dalla casa editrice “La Penna Blu”, composta, per ora, dai libri “Il Cerchio si è chiuso” e “La città di Pietra”. Un’autrice che avrà da dire molto nel panorama fantasy nazionale e che raggiungerà grandi risultati.


Ci sono altre forme di arte, come la musica o la pittura, per fare un esempio, a cui sei legato? Influenzano il tuo scrivere?

Adoro la musica. Ho suonato il violino fino all’età di quattordici anni. La musica classica è indispensabile per rilassarsi, ma, per scrivere, spesso ascolto il genere pop e principalmente i grandi “Muse” o i “Linkin Park.” Purtroppo non so dipingere, sono davvero una frana…La musica può influenzare la scrittura, certamente. Se devo scrivere una scena di lotta o comunque intensa, ascolto magari un bel rock o comunque una canzone intensa. Viceversa, se sto ascoltando qualcosa di “mieloso”, d’istinto mi sento molto più romantica.

  1. Come scrivi? Cioè progetti, documenti e poi scrivi o ti siedi e poi cominci a digitare parole al computer? Hai dei riti particolari?

Beh, innanzitutto stendo una bozza della trama complessiva del libro, che poi suddivido in capitoli. Quindi, prima di scrivere, elaboro per bene la trama di ogni capitolo nella mia testa (anche quando faccio la doccia, o la spesa, o prima di dormire). Poi parto con la scrittura. Può accadere che, se sono di fretta, scriva anche a mano e poi ricopi tutto al p.c. Non ho riti particolari. Parto e basta, ma quando parto, non voglio essere disturbata e posso scrivere ininterrottamente per due ore senza accorgermi del tempo che passa. Proprio per questi due ultimi motivi, preferisco scrivere la sera, quando sono più tranquilla.

  1. La trilogia della Signora degli Elfi è conclusa, o no?

Chissà… C’è ancora qualcosa che avrei da dire sulle origini di Lisa (che non ho approfondito nei tre libri). Inoltre, uno dei personaggi più amati della saga, il Principe Lìspoto, si trova ancora in circolazione e potrebbe combinarne qualcuna delle sue. Molti lettori e lettrici mi hanno chiesto di scrivere un quarto libro. Vedremo.

  1. A maggio uscirà il tuo nuovo romanzo puoi raccontarci qualcosa?

Il mio nuovo fantasy si intitolerà “I Guardiani delle anime” è uscirà con la casa editrice Domino di Piacenza. Ora sto provvedendo alla revisione con la mia bravissima editor Solange Mela, che è anche la titolare della casa editrice. Non vorrei anticipare troppe cose del libro. Posso solo dire che si tratterrà di un urban fantasy (il genere che preferisco), che si articolerà tra Washington D.C., tra la cittadina immaginaria di Fear (nel Maine), e località del passato come Salem. Durante la storia vi saranno alcuni balzi temporali, indispensabili per la comprensione della trama. E’ un libro nel quale credo molto e sono sicura che i miei lettori lo apprezzeranno.

  1. Sei una scrittrice fantasy, in Italia questo genere letterario ha una identificazione con il pubblico giovane se non addirittura dell´infanzia. Sei d'accordo?

Purtroppo in Italia, quando si parla di fantasy, si tende a pensare alla fiaba per bambini. Questo è uno dei motivi per i quali ancora molti lettori faticano ad avvicinarsi a questo genere. Il fantasy, invece, è molto articolato. Vi è il fantasy classico, stile “Signore degli anelli”, per intenderci, che proprio libro per bambini non è, ma esistono poi delle “sottoclassi” del fantasy, come l’urban fantasy (Twilight), il paranormal urban fantasy (il diario del vampiro), il romance paranormal urban fantasy (Fallen) e via discorrendo, per arrivare fino al fantasy per adulti, con contenuti non adatti a un pubblico di minorenni. Auspico che presto anche in Italia il lettore medio riesca ad apprezzare un genere così particolare e articolato.

  1. Stai lavorando a nuovi progetti? Ti va di anticiparci qualcosa?

Sto scrivendo un urban-romance-fantasy dal titolo “Ali di Fata”. Questo libro rappresenta per me una bella sfida. E’ scritto, innanzitutto, in prima persona, e qui ho stravolto il mio stile, adattandolo a una trama veloce, spigliata e rivolta a un pubblico più adulto. Infatti, questo libro conterrà anche alcune scene di sesso “soft”, indispensabili per la narrazione. Sono arrivata a un buon punto nella stesura del romanzo, quindi passerò poi alla difficile fase della revisione. In seguito, vorrei scrivere un altro libro dei Guardiani delle Anime e un romanzo breve per bambini. Ma ho anche in testa un romance ambientato tra New York e l’Alaska. Si vedrà.


Ed eccoci arrivati alla fatidica domanda +1

C´è qualcosa che avresti sempre voluto che qualcuno ti chiedesse, ma non l´ha mai fatto?

Ora è il momento giusto!
Suggerisci la domanda che desideri e poi regalaci la risposta.

Eh sì! Nessuno mi ha mai chiesto qual è il personaggio che più detesto nella saga di Lisa. Ebbene… proprio Lisa! Saccente, antipatica, smorfiosa e il più delle volte arrogante. Ma sarà proprio questo suo carattere non facile a permetterle di affrontare le svariate difficoltà che incontrerà lungo la trama dei tre libri.

Grazie per l’intervista!


Ciao Paola e grazie di tutto e anche di più!

Se volete potete passare a salutarla nel suo blog

http://blog.libero.it/MPBLACK/view.php?reset=1&id=MPBLACK

o nel suo forum

http://mpblack.forumfree.it/



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giovedì 21 aprile 2011

10 domande + 1 a... Chiara Guidarini

Dopo tre maschiacci è la volta di una bella signorina!
Oggi, ha accettato, con grande gentilezza, di rispondere alla mie domande Chiara Guidarini.


Se qualcuno non la conoscesse la presento con le parole usate da True fantasy

"Chiara Guidarini fa parte di quel gruppo di autori che stanno permettendo al fantasy italiano una crescita esponenziale, nata a Carpi (MO) il 26 dicembre 1976. Ha vissuto per 27 anni a San Martino in Rio (RE) poi, per amore, si è trasferita in un piccolo paese dell’Appennino Reggiano di nome Minozzo. Diplomata in ragioneria, ha una grande passione per la storia antica e medievale (Io, Virginia ne è la dimostrazione) per questo in un primo momento i romanzi che scriveva erano prettamente storici. In seguito sfumarono nel fantasy e si intrecciarono al paranormale. È una mamma a tempo “quasi” pieno, e nelle pause si divide tra la contabilità dell’officina del marito, la casa, la scrittura e la lettura."
E' autrice della saga di Ancyria edita da Traccediverse (L'ultima profezia, Il canto proibito) e ha collaborato con altri validi autori all'antologia "Storie di draghi, demoni e condottieri", oltre, naturalmente, a "Io, Virginia" edito da Linee Infinite Edizioni, di cui ho già scritto in questo post e di cui parleremo con lei.

Ciao Chiara, grazie mille di essere venuta sulla mia isola!
Accomodati pure sulla poltrona





1. Per cominciare ti va di raccontare qualcosa di te?

Certo... molto volentieri. Da dove parto? Sono nata 34 anni fa a Carpi in provincia di Modena, ma ho vissuto a San Martino in Rio (RE) per 27 anni. Poi mi sono sposata, mi sono trasferita in Montagna, e ho ripreso in mano la mia passione per la scrittura, accantonata un po' per motivi di studio e poi di lavoro. In seguito sono diventata mamma, e quando il tempo lo permette coltivo questa passione, studiando, e cercando di migliorarmi sempre di più.

2. Quando hai iniziato a sentire la necessità di scrivere?

Ero in quarta elementare, cotta di un attore americano. L'unico modo per raggiungerlo era la carta, era una storia. Una storia dove potevamo incontrarci. L'ho scritta. E da allora non ho più smesso.

3. Quali sono i libri e gli autori a cui senti di essere più legato?

Quelli della Saga di Darkover di Marion Zimmer Bradley: hanno tessuto la tela della mia Ancyria.

4. Ti va di suggerirci un libro?

Uno solo? :D Parlando di autori stranieri, mi piace molto King quindi proporrei la Torre Nera (Saga). Se stiamo sugli autori italiani, mi sono piaciuti molto “La Maschera” di Paola Poggioli, e “L'erede di Vitar” di Federica Ramponi. Poi, ovviamente, ce ne sono tanti altri...

5. Ci sono altre forme di arte, come la musica o la pittura, per fare un esempio, a cui sei legato? Influenzano il tuo scrivere?

La musica è un universo che mi è precluso, però mi piace avere un sottofondo mentre scrivo. Diciamo che ascoltando la musica riesco a creare una storia del tutto indipendente dalle parole del testo. Disegno appena appena bene, e anche mentre disegno creo storie.

6. Come scrivi? Cioè progetti, documenti e poi scrivi o ti siedi e poi cominci a digitare parole al computer? Hai dei riti particolari?

In genere è il personaggio stesso che mi detta la sua storia, che solitamente è del tutto diversa a quella che io penso. La storia si crea da sola mentre scrivo, senza una progettazione. Ovvio che spesso i cerchi non si chiudono e dopo, tramite l'editing, si sistema tutto. In genere faccio due o tre bozze, poi lascio fermo il libro per un po', un anno, due, dipende... e poi lo riprendo in mano e lo guardo con occhi nuovi, quando mi sono staccata emotivamente da lui e dai suoi personaggi.

7. “Io, Virginia” è un romanzo decisamente fuori dagli schemi ma prima di parlare del nocciolo della storia vorrei farti complimenti per il personaggio dello psichiatra. Fantastico! Riesci a renderlo odioso al punto giusto, da dove ti è venuta questa idea?

Grazie! Il dottor Guadi... mmm... diciamo che anche lui come gli altri aveva già il suo carattere e io l'ho solo trascritto. Doveva essere un personaggio curioso, sono felice che ti sia piaciuto!

8. Quanto c’è di Chiara Guidarini in Sara e Virginia, le due protagoniste del romanzo? E quanto nei personaggi maschili, solo apparentemente di contorno?

Virginia è un personaggio storico reale e ho cercato di riportare al meglio il suo carattere, come doveva essere stata. Sara è pura immaginazione, forse mi somiglia di più, anche se io non sarei mai partita da sola per andare a Firenze poche settimane prima delle mie nozze... e nemmeno ora, credo! Come dicevo prima, ogni personaggio ha la sua storia, il suo carattere. Generalmente in loro, soprattutto in quelli di contorno, c'è ben poco di me.

9. Le due donne hanno delle visioni dell’amore molto diverse e il finale sorprende e non poco. Come sei riuscita a ricreare così bene le sensazioni della vita dolorosa di Virginia?

La vita di Virginia è documentata, quindi mi sono attenuta a fatti storici reali, l'unica parte romanzata è quella di Davide. Credo che Virginia de' Medici abbia contribuito non poco alla riuscita del testo. Chissà, spero di averla fatta felice rispolverando un pochino la sua storia.

10. Pensi che tratterai ancora argomenti storici o stai già rivolgendo la tua attenzione verso altre esperienze? Ti va di anticiparci qualcosa?

Per ora la storia la lascio dov'è. Virginia mi ha appassionata perché ho interpretato il suo ruolo in una sagra, e la storia è una mia grande passione... ma è troppo impegnativa. Non si può inventare. Non si possono scrivere cose che non si sanno. Per ora non sono pronta. Virginia mi ha aiutata, ne sono certa, perché mentre scrivevo vedevo attraverso i suoi occhi. Ma non ci sono altre duchesse, o contesse, per ora, che abbiano intenzione di bussare alla mia porta e raccontare la loro vita. Vorrei veder pubblicata tutta la mia saga fantasy, e vorrei che uscisse il mio paranormal “Alchemia”. Chissà...


Dunque nuovi romanzi sono pronti per noi!

Bene, spero proprio di poterli leggere!

Siamo ormai alla fine, resta solo la domanda +1 è la domanda di riserva.

C’è qualcosa che avresti sempre voluto che qualcuno ti chiedesse, ma non l’ha mai fatto?

Ora è il momento giusto!

Suggerisci la domanda che desideri e poi regalaci la risposta.


Mmmm... non saprei. Mi è stato chiesto di tutto, dall'interrogazione “storica” a quella sul libro in sé... chiedimi chi ha disegnato la copertina, Corrado Vanelli, che è un artista INCREDIBILE, e chi ha realizzato la musica del Booktrailer, Emanuele Milani, che si sta già rimboccando le maniche e pensando a quella dei prossimi libri. Chiedimi chi ringrazierei, Simone Draghetti, che prima di editore è amico. E ringrazio te, per questa bellissima intervista. Un abbraccio.



Un abbraccio a te e grazie mille per la tua gentilezza e per la pazienza ^_^

domenica 17 aprile 2011

10 domande +1 a... Fulvio Ervas

Oggi intervista a un autore che mi piace molto, sia per l'ironia con cui scrive sia per le tematiche che tratta nei suoi libri: Fulvio Ervas

Fulvio Ervas è nato nell’entroterra veneziano il 23 luglio 1955, senza sapere che Albert Einstein era morto da qualche mese. Quando ne avrà coscienza, si iscriverà a un liceo con la presunzione di doversi costruire una cultura scientifica. Inspiegabilmente attratto da tutti gli animali diversi dall’uomo, si laurea in Scienze Agrarie, con un’inquietante tesi sulla “Salvaguardia della mucca Burlina”. Insegna Scienze Naturali nell’Impero della pubblica istruzione, e di questo ci racconta in Follia docente, ma è assediato da altre storie. In treno, nell’orto, vicende e personaggi gli si affollano in testa, e non gli danno pace finché non si sentono in salvo su una pagina. Insieme alla sorella Luisa ha pubblicato "La lotteria" (Premio Calvino 2001) e "Succulente". Dopo "Commesse di Treviso", "Pinguini arrosto", e "Buffalo Bill a Venezia", "Finché c’è prosecco c’è speranza" è il quarto romanzo che vede protagonista l’ispettore Stucky, mezzo persiano e mezzo veneziano. Fulvio Ervas vive in provincia di Treviso con la famiglia e un numero imprecisato di animali domestici.


Ciao grazie per avere accettato di essere qui e di rispondere alle mie domande, accomodi pure

1. Per cominciare ti va di raccontarci qualcosa di te?

Insegnante, materie scientifiche, intelligente, bello e un poco solitario. Solitario è assolutamente vero. Il resto è contrattabile.

2. Quando hai iniziato a sentire la necessità di scrivere?

Mi sono fatto le ossa scrivendo volantini per i movimenti politici. Poi sono cresciuto.

3. Quali sono i libri e gli autori a cui senti di essere più legato?

Se voglio leggere uno scrittore immaginifico, leggo Giorgio Manganelli (l’unico italiano geniale); se voglio leggere una giallista creativa, leggo la Fred Vargas; se voglio capire qualcosa del Nordest e macerami, leggo Massimo Carlotto. Poi ci sono i saggi scientifici, che leggo per imparare.

4. Ti va di suggerirci un libro?

“Giardini”, di Robert Pogue Harrison, perché anche l’umanità ha qualche traccia di spirituale intelligenza.

5. Ci sono altre forme di arte, come la musica o la pittura, per fare un esempio, a cui sei legato? Influenzano il tuo scrivere?

Coltivare l’orto.

6. Come scrivi? Cioè progetti, documenti e poi scrivi o ti siedi e poi cominci a digitare parole al computer? Hai dei riti particolari?

Parto da un tema che mi ha colpito. Poi invento. Di solito l’idea centrale scaturisce nel mese di maggio, scrivo come viene in estate e sistemo in inverno. Quando non c’è niente da fare in orto.

7. Come è nato l’ispettore Stucky?

Da un amico persiano, dalla curiosità per le indagini scientifiche, dal fastidio per i gialli stroppo crudeli, dall’amore per Venezia ( mulino Stucky)

8. Nei tuoi romanzi oltre al giallo c’è sempre una storia parallela legata a personaggi particolari, quasi delle caricature, che affrontano tematiche di attualità. Nascono prima i personaggi o prima le tematiche?

Prima le tematiche. L’unica fatica è trovare i personaggi che veicolino le tematiche e creino il contesto per poterle narrare.

9. In “Follia docente”, lasci il giallo per tuffarti nell’Impero della Pubblica Istruzione. È stata un’incursione isolata o tornerai a parlare ancora del mondo della scuola?

“Follia docente” è stato il mio primo romanzo, pubblicato 12 anni dopo la sua ideazione. Volevo aggirare il solito modo di raccontare la scuola, sostenendo, come sostengo nella mia funzione di insegnante, che sia un luogo irreale, complesso, tanto complesso che chi vi opera non ha spesso strumenti per orientarsi con sicurezza. Per il momento non sento il bisogno di scrivere ancora di scuola. Sono poi convinto che “Follia docente” sia ancora troppo “avanti” e che potrà essere letto anche fra qualche anno.

10. Stai lavorando a nuovi progetti? Ti va di anticiparci qualcosa?

A fine maggio esce, sempre per la Marcos y Marcos di Milano, “L’amore è idrosolubile”. Sempre Stucky, tra uno scheletro sepolto e un paio di veggenti.

La domanda +1 è la domanda di riserva.

C’è qualcosa che avresti sempre voluto che qualcuno ti chiedesse, ma non è mai successo?

Ecco, ora è il momento giusto: suggerisci la domanda che desideri e poi regalaci la risposta.

11. Perché gialli ironici?

Perché no? Vedrete che piano piano si apprezzeranno.


Non posso che essere d'accordo!

Allora che ve ne pare? Conciso e deciso ^__^