Le cronache di Gaia

Cronache di Gaia.

Un luogo di viaggio e di passaggio, benvenuti!

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domenica 8 maggio 2011

Si fa presto a dire: "Ti voglio bene mamma!"

La festa della mamma ha assunto, come molte feste simili (S.Valentino, donna, papà, nonni...), una valenza molto, troppo commerciale.

Eppure sulla propria madre c'è di che riflettere.
Il primo essere umano con cui veniamo in contatto.
Ci ha formati, ci ha creati, carne e sangue quali siamo.
Per i più fortunati ci ha amati e ci ha protetto finchè ha potuto.

Ci ha insegnato a fare tutte le strabilianti cose che ogni giorno diamo per scontate: camminare, parlare, mangiare e usare un bagno.
Fosse solo per quello le dovremmo rispetto e riconoscenza.

Purtroppo però nella lunga strada verso la maturità abbiamo appreso anche molte cose che lei forse non voleva che imparassimo, ma che noi, come tutti i bambini, abbiamo assimilato come spugne.
Nell'adolescenza punto per punto abbiamo fatto presente ogni singolo aspetto negativo.
Si spera, nell'età adulta, siamo riusciti ad instaurare un rapporto che ci consentirà di volerci bene senza più ferirci.
Tutta questa lunghissima premessa per arrivare al libro che oggi vi propongo.




No kid. Quaranta ragioni per non avere figli
Autore Maier Corinne
Prezzo € 13,50, 2008, 148 p., brossura
Traduttore D'Elia A.
Editore Bompiani (collana I grandi pasSaggi Bompiani)

Contro tutti i benpensanti che elogiano la maternità come un mito e un incanto, Corinne Maier (pur madre di due figli) invita alla cautela: fare figli non è né una passeggiata né un paradiso. Meglio non ascoltare le puerpere che, anziché ammettere di essere stravolte, dire che il parto le ha lacerate, confessare che non dormire è un incubo, continuano a sostenere che partorire è la più bella delle esperienze. E che dire delle madri di bambini di sette/otto anni? Si dicono felici anche se non hanno più un minuto per se stesse o per una passione personale; passano tutta la giornata a scorrazzare per la città per accompagnare i figli ora in piscina, ora alle lezioni di musica, ora a scuola ecc... Insomma, i figli non sono solo dei tesori e della benedizioni. Diciamo che sono anche altro. E se ne può parlare anche in un altro modo.


Non avevate mica creduto che vi avrei proposto un libro strappalacrime con sottofondo musicale stile anni 20?

Se proprio non ve la sentite di leggerlo ho la proposta di riserva:

Irène Némirovsky

Il ballo

Traduzione di Margherita Belardetti
2005, 12ª ediz., pp. 83



Il ballo ha la perfezione esemplare di un piccolo classico, poiché riesce a mescolare, pur nella sua brevità, i temi più ardui: la rivalità madre-figlia, l’ipocrisia sociale, le goffe vertigini della ricchezza improvvisata, le vendette smisurate dell’adolescenza – che passano, in questo caso eccezionale, dall’immaginazione alla realtà. Perché è proprio una vendetta, quella della quattordicenne Antoinette nei confronti della madre: non premeditata, e per questo ancora più terribile. In poche pagine folgoranti, con la sua scrittura scarna ed essenziale, Irène Némirovsky condensa, senza nulla celare della sua bruciante crudeltà, un dramma di amore respinto, di risentimento e di ambizione.

Giusto per farci stare male e pensare alle molte volte che coscienti o meno abbiamo ferito l'animo di nostra madre e, se madri lo siamo, per prepararci, come meglio possiamo, alle pugnalate dei nostri figli.


giovedì 6 gennaio 2011

Riletture

Andato!
Anche per quest'anno il Natale, iniziato già a metà novembre, è andato.
Probabilmente i pigri lo faranno arrivare fino a sabato, domenica, poi si spegneranno tutte le luci e si rimarrà in quel periodo di transizione non molto chiaro che precede il carnevale.
In effetti a rigor di logica già oggi siamo in Carnevale, ma dal 7 gennaio fino al 7marzo, martedì grasso, sono due mesi buoni, un po' troppi per trastullarsi in scherzi e mascherate. Che si fa dunque in questo periodo grigio di transizione?
Ma si rilegge!
Io sono a favore della rilettura.
So che la vita è breve e per leggere tutti i bellissimi libri che sono stati scritti non si dovrebbe perdere del prezioso tempo in riletture.
Ma che ci voleta fare?
Rileggendo si colgono particolari sfuggiti nella foga della trama, si gustano costrutti arditi e si rivivono le sensazioni che hanno accompagnato la prima lettura.
Sinceramente non ricordo quante volte ho letto il Signore degli Anelli, ne Il grande Gasby, soprattutto l'ultimo, un libro catartico, stupendo.
Penso che rileggerò Suite francese, è un mesetto che ci penso, ora credo proprio che sia venuto il momento di farlo.
E voi?
C'è qualche libro che vorreste rileggere? O aborrite anche solo l'idea della rilettura?

Serigrafia di Lucio Ranucci

giovedì 1 luglio 2010

Il calore del sangue



Nel primo giorno del mese più bello dell'anno voglio parlare di Irène Némirovsky, la mia scrittrice, colei che più di altri sa farmi sorridere e piangere insieme.
Oggi parliamo di un libriccino piccino piccino che così tanta bellezza da scaldare il cuore.

Il calore del sangue di Irène Némirovsky

È solo una mia opinione, ma ci sono delle persone che paiono toccate da quella scintilla di magia che è la genialità; Irène Némirovsky è una di queste. Quello che scrive è bello, ma della bellezza limpida della grammatica per cui non è incredibile solo ciò che racconta ma anche come lo racconta. Leggendola si gustano le parole, la meravigliosa struttura della sintassi e il teatro della grammatica. In questo palcoscenico si muovono li attori che lei crea. Uno più vero dell’altro. Che dire di questo meraviglioso racconto? Leggetelo!
Non sono capace di poter fare una recensione su di lei, perché come avete capito sono assolutamente di parte. Vi dico che è una storia di campagna in cui i protagonisti sono parenti e in cui la famiglia non sempre è come appare. Ci sono dei ritratti di contadini che, chi proviene da quel mondo riconoscerà, ci sono gli affetti e … la vita, semplicemente.
Lascerò parlare la scrittrice a voi la scelta poi:
“È più complicato di così. La carne ci vuol poco a soddisfarla. È il cuore ad essere insaziabile, il cuore che ha bisogno di amare, di disperarsi, di ardere di un fuoco qualunque… Ecco ciò che volevamo: bruciare lasciarci consumare, divorare i nostri giorni come le fiamme divorano la foresta”
“Povera bambina mia, non possiamo vivere al posto dei nostri figli(anche se a volte ci accade di desiderarlo)Ciascuno deve vivere e soffrire per conto proprio. Il più grande favore che possiamo fare loro è tenerli all’oscuro della nostra esperienza.”
“I giorni si trascinano, gli anni volano”.