Le cronache di Gaia

Cronache di Gaia.

Un luogo di viaggio e di passaggio, benvenuti!

domenica 27 febbraio 2011

Esedion

Febbraio è finito.
Il mese più corto ha riservato più sorprese di quante si potessero immaginare.
Il nord Africa ha alzato la testa e, nel bene e nel male, niente sarà più come prima.
Le donne d'Italia hanno preso coscienza che è tempo di smetterla di brontolare ed è ora di darsi da fare per cambiare lo status quo.
Una piccola stella è morta e il mio cuore di mamma non sa immaginare l'enorme dolore che colpisce la madre di Yara in queste ore.
Eppure in tutte queste enormità ci sono io, con i miei piccoli fatti di tutti i giorni, con scelte di vita che la cambieranno e con una gioia grande di avere trovato casa per Esedion.

Il blog porta il nome del mio romanzo, Esedion, appunto.
E' con grande gioia che posso finalmente rompere gli indugi scaramantici e dire a tutti che verso metà maggio, questo mio romanzo vedrà le stampe.

Chi è l'editore? Di che parla il romanzo? Che significa Esedion?
Vi racconterò ogni cosa, nei prossimi giorni, ma oggi voglio solo dire grazie a tutti quelli, che mi hanno aiutato a pensarlo, scriverlo, correggerlo.
Paola, Fabio, Mario, Simona, Andrea, Alberto, Luisa, Samantha, Cinzia, Mauro, Valeria, Marcello: grazie!
Con tutto il cuore

giovedì 24 febbraio 2011

Qualcosa che non c'è

Ho tante belle notizie di cui parlare ma in questi giorni la vita reale ha preso e prenderà, inesorabilmente il sopravvento quindi mi scuso in anticipo per l'assenza e vi lascio una bella canzone di Elisa che ben rappresenta il mio attuale stato d'animo e di vita.
(Scusate la pubblicità iniziale, non sono riuscita a toglierla ^_^)

lunedì 21 febbraio 2011

Arrivi di febbraio

Oggi ho fatto una tappa obbligatoria in libreria e ho prenotato due libri che attendevo da tempo.
Il primo è l'ormai famosissimo "I figli di Atlantide" di Mario De Martino,



"Un medaglione. Un'antica civiltà. Un'iscrizione arcana. Sono questi, apparentemente, gli unici punti di contatto tra i giovani Ivan, Sarah e Seiji, che vivono in tre luoghi diversi e lontani e non si sono mai incontrati. Ma le cose sono destinate a cambiare, perché i tre ragazzi sono stati scelti per sciogliere un enigma antico e sfortunato, per portare a termine un compito iniziato tanti, troppi secoli fa. Ma è un'avventura pericolosa, se di mezzo ci si mette la setta Atlantis e neanche l'FBI riesce a evitare una catena di efferati delitti. La salvezza dell'umanità dipende da loro, se sapranno mettere a frutto il misterioso potere del medaglione, e l'ammonimento in esso contenuto: “Bene vixit qui bene latuit”."

Non dico nulla perchè dovete passare da Voce del Silenzio, nel suo blog Le mele del silenzio dove si susseguono speciali strepitosi che non si possono perdere.


Il secondo è di Jacqueline Carey



"Il libro che sta per uscire è la seconda parte di Kushiel’s Justice (in Italia i volumi originali sono stati divisi in due) e ci riporta dove Il principe e il peccato ci aveva lasciato, cioè in Alba (pseudo-l’Inghilterra celtica). Imriel e Dorelei mab Bredaia stanno conducendo la loro vita matrimoniale; Imri si è quasi trasformato in un vero principe albano e sta cercando di connettersi al nuovo popolo. E questo, nonostante la forte ostilità e la magia degli antichi Maghuin Dhonn. Quando Dorelei resta incinta e la serenità sembra a portata di mano (grazie anche all’incantesimo che tiene lontano dal cuore di Imri l’amore per Sidonie, erede al trono di Terre d’Ange, pseudo-Francia rinascimentale), i Maghuin Dhonn, che vedono nel figlio del principe angelino un grande pericolo, fanno la loro terrificante mossa. Che nessuna “contromagia” potrà più cancellare."

Ero rimasta a metà della storia di Imriel e venerdì potrò continuare il viaggio.
Beh, venerdì, prima c'è il libro di Mario...^___^
Insomma in una settimana escono i due libri che più attendevo del 2011, come posso lamentarmi?

Logica e lessico, sono sconosciuti?


Premetto che ciò che segue non ha niente a che vedere con i miei attuali libri in lettura.
Detto questo, riporto una divertente discussione che ho letto su aNobii, confidando che la sua autrice, Ziadada, non si arrabbi.
Ho messo nel mio blog il suo pensiero perchè lo condivido e trovo che lei l'abbia esposto in modo ironico e per nulla offensivo.

Leggete e, se volete, dite pure la vostra.


Il proposito di questo post è rivolgere un semiserio ma accorato appello agli aspiranti scrittori fantasy, e per conoscenza ai lettori, affinché se possibile prestino maggiore attenzione a quello che scrivono/leggono: almeno tanta quanta ne prestano all'aria che respirano ed al cibo che mangiano, perché ahinoi pure le parole sbagliate nel loro piccolo inquinano e fanno danni. (FINE PREAMBOLO ;-) )

La logica. "Logica" non è una parolaccia, né un vezzo per matematici puri. Quello che scrivete/leggiamo non deve avere solo un bel suono, ma anche avere senso. Se scrivere senza (frequenti) errori di ortografia e sintassi bastasse ad essere scrittori, anche i bollettini postali sarebbero pubblicati, ed i quaderni di quarta elementare sarebbero bestsellers. Ma c'è di più: esercitarsi a controllare sempre, instancabilmente, se quello che diciamo o ci dicono ha senso logico impedirà che ci vengano fatte credere cose senza fondamento o senza coerenza. (Non si è ancora estinta una generazione in cui dattilografe e commesse di Berlino si sono lasciate raccontare che ciabattini e lattai di un villaggio polacco erano per loro una minaccia grave e diretta, e le conseguenze le ricordiamo ogni 27 gennaio. Correttezza e coerenza delle parole che girano possono essere questioni dannatamente serie). Ergo: verificate sempre se le azioni e gli accadimenti del vostro racconto sono logici e coerenti. Se nella vostra storia un genio del male trama da anni nell'ombra, deve venirsene fuori con un piano diabolico a prova di bomba e, semmai, fallire a causa di una circostanza assolutamente imprevedibile a priori. Se dopo tanto tramare agisce a casaccio o con un piano raffazzonato, lui non è un genio del male e voi non siete scrittori. Se una situazione precipita o si risolve a causa di una persona o di un oggetto che si trova sulla scena, persona od oggetto devono avere un motivo per essere lì. Almeno in una logica interna: se siete la reincarnazione di Jacovitti, va benissimo che la situazione sia salvata da un salame a due zampe.

Lessico: se usate una parola, assicuratevi di sapere come si scrive e cosa significa. Se usate un termine scientifico e tecnico assicuratevi anche che sia esattamente quello appropriato: le ciliegie non sono pomodori piccoli. Se il vostro racconto ha un rimando preciso ad un determinato periodo della storia terrestre, controllate anche che quella tecnologia o quella scoperta fossero noti al tempo del vostro racconto. Re Artù non mangiava il purè.
Purtroppo, oltre alla coerenza storica dei dati materiali, dovete fare caso pure alla coerenza dei comportamenti. Se piazzate la vostra storia in un contesto storico e/o geografico reale, non dovete solo documentarvi sui dati materiali: i vostri personaggi dovranno pensare e parlare come uomini e donne di quel tempo/luogo, non come il bidello del vostro liceo. Se descrivete Gengis Khan che esce dalla sua tenda, rappresentare correttamente quello che c'è là fuori è solo il vostro dovere; ciò non toglie che, se il condottiero è venuto fuori per fare una sfuriata ad un servo, il servo possa restare paralizzato dal terrore, cagarsi addosso, cadere fulminato, buttarsi ginocchioni, ma non possa rispondere "WTF".
Se proprio il "WTF" del servo o il purè di Camelot sono elementi centrali nella vostra narrazione, assicuratevi almeno di essere i Monty Python.

domenica 20 febbraio 2011

Affetti

Buonissima domenica a tutti!
Ieri finalmente sono andata a vedere la mostra di cui parlavo in questo post "Il pittore e la modella" e assieme a molte riflessioni porto a casa questa immagine che vorrei condividere con voi.


Affetti di Giacomo Balla

Affetti è trittico in cui figurano la moglie dell'artista e la figlia Luce, in un ambiente intimo e poetico, immerso in una luce sfumata e diffusa.

Nel dipinto, datato 1910 ma eseguito forse nel 1914, il pittore ritrae la figlia Luce
che sta compitando e la moglie Elisa emer­genti da un'ombra intima e avvolgente.
L'opera fu commissionata dalla regina Margherita che, intensamente colpita da un
trittico esposto da Balla nel 1910, aveva inutil­mente cercato di acquistarlo riuscendo solo ad ottenere la replica del pannello centrale.

Questo appunto.
Vederlo dal vivo in una stanza con altri dieci è stato come se una mano invisibile mi tirasse per i capelli e mi portasse di fronte ad esso. Non riuscivo più a staccargli gli occhi di dosso...
Quando si dice un colpo di fulmine, come capisco la regina Margherita! Avessi mezzi e risorse economiche, questo quadro sarebbe mio!

sabato 19 febbraio 2011

Rolling in the deep

Questo post è dedicato solo a un carissimo amico che mi perdonerà per il ritardo con cui gli faccio gli auguri.
Anche questo andrà nel pozzo dove hai gettato, dove getti, i miei frequenti errori.
Con tutto il mio cuore

venerdì 18 febbraio 2011

Il canto della notte



Camilla Morgan-Davis, Il Canto della Notte (2010) - FANTASY ROMANTICO - Zero91 - 2010 - pagine 262 - prezzo 17,00 euro

Il romanzo

“Il mondo, molto tempo fa, si è diviso nel mondo che gli umani riescono tuttora a vedere e in quello che ha finito nel sottrarsi alla loro vista senza che se ne rendessero conto. Sicuramente tutti gli animali conoscono questo mondo.
Soprattutto i lupi.”
È una giornata qualunque.
Il sole è alto nel cielo. Gli umani si svegliano, chi si prepara per andare a scuola o chi al lavoro e fra questi molti credono di essere i soli a dominare la terra. Non molto lontano da loro si muovono altre creature dall’aspetto umano, ma che sanno richiamare su di loro l’anima dei lupi: sono licantropi, muta forma.
In un paese pressoché sconosciuto del Piemonte risiede una comunità che apparentemente si occupa del recupero di ragazzi difficili e talvolta orfani. È così, ma i ragazzi, così come gli educatori, sono tutti uomini lupo.
Maila è una di loro, ha diciotto anni, si veste di nero, ordina scarpe e libri da Internet e fa esperimenti con erbe, fiori e piante. Non parla volentieri con gli alti, a differenza loro vive con conflitto la sua natura; spesso vorrebbe essere una ragazza normale, ma le è concesso tutto tranne questo. Anche per lei, come per gli umani, la giornata che sta avendo inizio sembra comune, ma non è così.
La quiete del paese è interrotta: due grossi lupi aggrediscono un uomo del posto. Da quel momento per Maila tutto cambierà: le apparirà uno strano segno sul petto, incontrerà un ragazzo dal nome misterioso e dovrà salvare la sua gente dall’attacco degli Artigli Rossi, un gruppo di licantropi assettati di odio e carne.
Ed eccola Maila, in viaggio fino agli Alti Tatra, accompagnata da Othar, un valoroso guerriero. Riuscirà a portare la testa del capo dei nemici nel regno sotterraneo di Ayta, il luogo di confine fra la vita e la morte, in cui i lupi accompagnano le anime dei defunti nell’aldilà?
Una cornice fantasy per tanti temi di bruciante attualità come l’inquietudine degli adolescenti, la necessità dell’integrazione, le regole del “branco”, la diffidenza e il pregiudizio nutrite nei confronti di chi non ci somiglia.


L'autrice

Camilla Morgan-Davis (Sanremo, 1982) allo scoccare della mezzanotte inizia a scrivere seduta alla scrivania, chiusa in un appartamento ricavato da vecchio monastero abbandonato. Di giorno si occupa di scienze sociali e letteratura on line, utilizzando il suo vero nome. Il canto della notte è il suo debutto nella letteratura fantasy

La mia opinione

Romanzo fantasy che narra le avventure di una giovane ragazza lupo, la prescelta della Luna.
Di questo libro mi sono molto piaciute le leggende e le storie a giustificazione dell’esistenza dei licantropi. Si capisce subito che l’autrice ha lavorato molto sulle antiche tradizioni dei mutaforma e niente è lasciato in sospeso.
Molto suggestive le sensazioni animalesche della ragazza e del suo rapporto con la natura, a tratti addirittura poetiche.
La storia è lineare senza particolari colpi di scena, se non nel finale che lancia il sasso per un nuovo romanzo.
La lettura è scorrevole e il testo cattura il lettore trascinandolo verso la fine con maestria.
Accanto a tutti questi aspetti positivi però ho trovato alcune imperfezioni e spero che nei prossimi suoi libri l’autrice possa migliorarsi.
Il libro inizia e spiega ben poco, il lettore deve arrivare nella terza parte per iniziare a comprendere esattamente chi è la protagonista e i licantropi. I continui sogni, visioni della madre adottiva sono criptici e annoiano perché non aggiungono nulla alla storia.
Il personaggio di Ren non ha alcuno spessore psicologico e fa solo pena poveraccio.
Poi c’è il dubbio che mi ha assalita fin da subito, ma questi licantropi quando da lupi diventano uomini per non dare nell’occhio si trasformano e sono belli e vestiti o restano nudi? Per tutto il libro continuano a trasformarsi ma non si capisce mai come possano risolvere lo spinoso problema vestiario…
Non mi sono piaciuti molto gli scontri, più sanguinari che violenti, in cui la rabbia era solo scritta e non percepita.
Insomma non è brutto, ma poteva essere molto più interessante se costruito, pensato e scritto con più calma.

giovedì 17 febbraio 2011

Vita privata di una sconosciuta


Volevo solo segnalare questo romanzo, in uscita proprio oggi.
Di solito non lo faccio, ci sono blog molto più precisi e documentati del mio che presentano le anteprime librarie, ma vista la trama mi ha incuriosita così tanto che mi son detta, parliamone!



Parigi. La scatola è nascosta in un cassetto. Per anni ha custodito frammenti di una vita lontana e ora aspetta solo di essere scoperta. Trevor Stratton, professore americano, la trova per puro caso.
Al suo interno lettere, vecchie foto, pagine di diari, vari oggetti, tra cui spiccano un paio di guanti a rete. I guanti di una santa o di una peccatrice?
Trevor non lo sa. Per ora sa solo che la donna che li indossava si chiamava Louise Brunet e viveva a Parigi tra le due guerre. La risposta alle altre domande è in quei frammenti, tra i loro profumi e segreti, tra le parole nascoste e quei ritratti seppia.
Pezzo dopo pezzo, parola dopo parola, Trevor cerca di ricostruire la vita della donna sconosciuta. Dall'amore tenero e tragico per il cugino allo strano rapporto con il padre, da un matrimonio scandito dalla noia fino alla passione, impossibile e proibita, per l'affascinante professore di francese, suo vicino di casa al numero 13 di Rue Thérèse.
Ma più Trevor si immerge negli oggetti del passato e ripercorre i luoghi di Louise, più qualcosa di strano e misterioso inizia ad accadere nella vita del presente.
Chi è veramente Josianne, la ragazza dai capelli rossi che sembra prevedere qualunque movimento di Stratton?
Perché il professore si sente così attratto da lei?
Che cosa sa veramente quella ragazza su Louise Brunet?
Solo la scatola possiede la verità. Solo gli oggetti custodiscono una promessa e una speranza. E spetta a Trevor discernere tra realtà e finzione per far sì che il destino segua il suo corso.

Elena Mauli Shapiro è nata e cresciuta a Parigi, ma a tredici anni si è trasferita con la famiglia negli Stati Uniti.
Attualmente vive in California con il marito. Si è laureata in letteratura inglese e francese alla Stanford University, ha un master in scrittura creativa e un dottorato in letteratura comparata alla University of California, Davis.
Vita privata di una sconosciuta è il suo primo romanzo. Per saperne di più, il blog dell'autrice:
elenamaulishapiro.com

lunedì 14 febbraio 2011

Libri e San Valentino


Ho scoperto che in Libriblog.it hanno realizzato la top ten dei libri d'amore più belli di tutti i tempi.

1. Romeo e Giulietta, di W. Shakespeare (Garzanti; € 7,50): si tratta della tragedia più famosa scritta da Shakespeare e racconta la storia tragica di un grande amore ostacolato. Romeo e Giulietta sono sicuramente una delle più belle coppie letterarie di tutti i tempi e, ancora oggi, a distanza di secoli dalla sua prima composizione, la loro storia non smette di affascinare, commuovere e insegnare.
2. Tristano e Isotta, di Thomas (Garzanti; € 6,50): anche se fu Wagner a renderli famosi, il mito dell’amore fatale di Tristano e Isotta affonda le radici nel Medio Evo. Thomas la raccontò nel 1170 circa, donandogli una “versione cortese”, dando un significato e un valore alle sofferenze dei due amanti che ancora oggi continuano a ispirare e ad affascinare.
3. L’amore ai tempi del colera, di G.G. Márquez (Mondadori; € 9,50): Florentino Ariza ha amato Fermina Daza per 51 anni, 9 mesi e 4 giorni: a nulla sono valse le minacce del padre della ragazza e nemmeno il matrimonio di Fermina con l’amato dottor Urbino. Florentino ha atteso a lungo e alla fine l’amore ha saputo ricompensarlo.
4. Amore e Psiche, di Apuleio (Newton Compton; € 6,00): la storia di Psiche, una ragazza la cui bellezza rischia di mettere in ombra anche la stessa dea Venere, colpisce il cuore di Eros, mandato sulla terra da sua madre per vendetta.
5. Jane Eyre, di C. Brontë (Newton Compton; € 6,00): Jane Eyre, dopo anni trascorsi tra la solitudine e gli stenti, viene assunta dalla famiglia Rochester come istitutrice. L’amore che nutre verso il suo padrone, che la ricambia, la porterà a compiere scelte importanti e a superare tutti gli ostacoli che la vita le pone.
6. Orgoglio e pregiudizio, di Jane Austen (Einaudi; € 11,00): uno dei romanzi più importanti del panorama letterario inglese, Orgoglio e pregiudizio racconta la storia delle sorelle Bennet e dei loro corteggiatori.
7. Chocolat, di Joanne Harris (Garzanti; € 9,90): Vianne Rocher, una donna sexy, originale e molto simpatica, giunge con sua figlia nel villaggio di Lansquenet. Apre una pasticceria e pian piano inizia a sconvolgere la vita tranquilla e infelice dei suoi concittadini. Quando il vento del nord le porterà l’amore, dovrà scegliere se fuggire o accoglierlo.
8. La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, di Audrey Niffenegger (Mondadori; € 9,40): le voci di Harry e Clare si alternano in questo libro meraviglioso raccontando la forza del loro amore capace di superare persino le barriere del tempo.
9. Twilight, di Stephenie Meyer (Fazi; € 18,50): Bella ed Edward divisi da la loro appartenenza a due mondi completamente diversi. Lei è una ragazza, lui è un vampiro: la loro complicata ma emozionante storia d’amore li porta a superare ostacoli e mille pericoli.
10. 3 metri sopra il cielo, di F. Moccia (Feltrinelli; € 9,00): Babi e Step s’incontrano e si sentono attratti l’uno dall’altra sin dal primo momento. Lei è una studentessa modello, ricca, iscritta a una scuola molto prestigiosa; lui trascorre i momenti liberi in moto, al bar o in palestra. Appartengono a due mondi diversi, eppure si amano.



A parte Chocolat, di cui ho visto solo il film e La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo che non ho letto, gli altri sono senza dubbio delle grandi storie d'amore.
Anche se la presenza di
3 metri sopra il cielo
e di
Twilight
mi ha lasciata perplessa.

Se penso a storie d'amore mi vengono ben altri titoli.
Anna Karenina per esempio, che per amore perde se stessa.
Tenera è la notte, non per essere la solita fan di Fizgerald, ma è stupendo.
Love Story di Segal. Con la famosissima frase tormentone del libro "Amare significa non dire mai mi dispiace" .

Insomma ce ne sono tantissimi, solo per restare nei classici.
E a voi che titoli vi vengono in mente se dico: "storia d'amore"?

sabato 12 febbraio 2011

E tutti dissero: Valerio Massimo Manfredi

Grazie a chi mi ha suggerito testi, qui e in altri siti, dove recuperare notizie sull'antica Roma. Diciamo che ora sono circondata da libri e ne avrò a sufficienza per fare quello che volevo ^^
Una cosa che mi ha stupito è che tutti mi hanno suggerito Valerio Massimo Manfredi.

E' un autore che conosco e di cui ho apprezzato moltissimo L'armata perduta, anche e soprattutto perchè era la storia di un esercito visto dagli occhi di una donna innamorata.



Una delle più epiche avventure dell'età antica: la lunghissima marcia, attraverso incredibili pericoli e peripezie, che diecimila mercenari greci - dopo la disfatta del principe persiano Ciro, sotto le cui insegne si erano battuti, contro il fratello Artaserse alle porte di Babilonia - compiono per tornare in patria. È l'impresa gloriosa e tragica documentata nel IV secolo a.C. da Senofonte nell'Anabasi, che proprio Valerio Massimo Manfredi ha studiato e tradotto negli anni '80. Ma in questo romanzo le atrocità della guerra e l'eroismo di ogni soldato, il fasto e le crudeli bizzarrie della corte persiana, le insidie di una natura selvaggia e le amicizie più indissolubili sono narrate in una prospettiva completamente inedita: dalla voce di una donna, la bellissima siriana Abira, che per amore di Xenos lascia ogni cosa e condivide il destino dei Diecimila. Attraverso gli occhi di Abira, le donne diventano le protagoniste della grande Storia.


Se volete leggerlo ve lo consiglio di cuore!

Ma non parla di Romani^__^






Libro splendido è L'ultima legione, di cui hanno tratto pure un film, su cui, per carità cristiana stendo un pietoso velo.

L'ultima legione è proprio un bel libro, magari in futuro farò un post solo per lui. Ma anche questo romanzo è fuori periodo storico. Si colloca infatti proprio alla fine dell'Impero, io cercavo qualcosa sulla fine della Repubblica.

Idi di marzo è perfetto.




Roma, riunione plenaria del Senato, Idi di marzo del 44 a.C.: Gaio Giulio Cesare viene trafitto da ventitré pugnalate e ucciso. Con lui viene troncato per sempre il più grandioso progetto di trasformazione del mondo antico che mai sia stato concepito. Un assassinio, quello di Cesare, che pur essendo per molti aspetti prevedibile resta per altri versi, a tutt'oggi, totalmente inesplicabile: Valerio Massimo Manfredi ne esplora ogni mistero, ricompone con rigore le tessere di un puzzle angoscioso e intricatissimo. Dalla sinistra profezia dell'augure Spurinna ("Guardati dalle Idi di marzo!") alla decisione di Cesare di rinunciare alle sue guardie del corpo proprio qualche giorno prima dell'agguato, dalle trame dei congiurati alla incredibile corsa contro il tempo del fedelissimo Publio Sesto Baculo per salvare il suo capo, attraverso duelli e codici cifrati, amori appassionati e vili vendette.


Premetto che mi piace molto come scrive Valerio Massimo Manfredi e che ho un debito scolastico nei confronti di Cesare, quindi non sarò imparziale.
Il libro è una vera e propria corsa contro il tempo e contro il destino. Viene narrata l’ultima settimana di vita di Giulio Cesare dal 7 marzo fino al 15, le idi, appunto. Publio Sestio, detto il Bastone, deve portare un importante messaggio dalla Gallia Cisalpina fino a Roma, per mettere in guardia Cesare, mentre nell’Urbe Silio e Antistio cercano di capire cosa sta per accadere.
Naturalmente sappiamo tutti come andrà a finire eppure la maestria narrativa di Manfredi coinvolge e convince il lettore a tal punto da fargli pensare che, forse, Publio Sestio arriverà in tempo…
Romanzo molto breve per gli standard dell’autore, e diverso dai suoi precedenti che ho letto. Di solito si trattavano di storie quasi leggende e quindi molto facili da rimaneggiare in veste romanzata. Questa volta invece decide di descrivere la fine di uno dei personaggi più conosciuti della storia, di cui abbiamo documenti e descrizioni dettagliate. Il libro è se vogliamo un azzardo, ma ben riuscito.

Lo lessi nel 2009, appena uscito. Ma non mi entusiasmò come altri di Manfredi.
Lo consiglio comunque, perchè descrive molto bene alcuni aspetti della vita romana.

giovedì 10 febbraio 2011

A.A.A. Aiuto!

Oggi chiedo aiuto.
Mi è venuta questa fissa per gli antichi romani e vorrei leggere qualcosa, che sia storicamente affidabile, che parli della fine della Repubblica e dell'inizio dell'Impero.



Si accettano suggerimenti librari e cinematografici.
In compenso si offrono eterna riconoscenza e baci virtuali.

mercoledì 9 febbraio 2011

Milano è una selva oscura




«Mangià e bev in santa libertà, diga chi vœr, l'è on gust cont i barbis», scriveva il Porta. Parole sante, secondo il Dante; ché il primo dei poeti milanesi pure lui l'era della razza dei poerítt ma gnücch: un modo di dire secco e forte, che contiene per il Dante una voglia di ribellione contro e nonostante la povertà: l'orgoglio gnücco dei donchisciotti che non si piegano.
Laura Pariani, Milano è una selva oscura
***
«Di nuovo in cammino. Passin passetto, con l'anca legnosa per i reumi»: il nuovo romanzo di Laura Pariani, Milano è una selva oscura, è un lungo vagabondaggio nella Milano del 1969. A guidare i lettori per le strade della città Dante, barbone milanese, ex soldato, ex emigrato, ex marito, ex gestore di una libreria antiquaria finito in carcere per qualche rivista un po' troppo osé. Un uomo che non ha voluto rientrare nella cosiddetta «società». E camminando per le vie di una Milano segnata da molte tensioni, con le rivolte giovanili e operaie sullo sfondo, Dante ricorda il suo passato e descrive i mille volti della città. Fino ad arrivare nel cuore di Milano e dell'evento che segnò tutta una stagione italiana, l'attentato di Piazza Fontana.
Così l'autrice presenta ai lettori il suo nuovo romanzo:
Avevo diciott'anni quando scoprii Milano: la nebbia della Darsena, i cortili della Statale, le latterie dove mandar giù un sànguis quando in tasca il peculio era scarso, le bancarelle di libri usati, i bagolari di via Vincenzo Monti; e, naturalmente, la politica e le manifestazioni: perché era il 1969. E c'era un lingéra - a Milano i barboni si chiamano così - che bazzicava dalle parti di Foro Bonaparte: bastava un bianchino per sciogliergli la parlata ambrosiana a illustrarci la sua teoria che «la vita è tutta una tombola». Comincia forse da lì il mio interesse per tutti quelli che nella vita fecero «lo gran rifiuto».



Mi arrendo!
Sarà anche bella la nostra Italia, ricca di dialetti e di sfaccettature, ma leggere un libro in un dialetto non mio è un'impresa troppo ardua!
Per correttezza di informazione, io non leggo nemmeno Camilleri perché proprio non capisco quello che scrive...dunque il problema è mio.

Questo libro di Laura Pariani è interessante e la storia mi aveva pure presa, ma che fatica!
Se non avete i miei problemi linguistici ve lo consiglio perché è ricco di citazioni e il protagonista, Dante è molto simpatico.

Oggi esercito il mio diritto di lettrice e lascio a metà il libro, non è detto che domani non lo riprenda in mano...

lunedì 7 febbraio 2011

Thelma e Louise

Accadono due eventi che mi portano a fare delle considerazioni.

Il primo è l’iniziativa “Se non ora quando” di cui riporto il video





in cui Angela Finocchiaro spiega molto bene la situazione e ci i nvita a riflettere, come pure la petizione che trovate nel sito senonoraquando.


Il secondo Thelma e Louise compie 20 anni.


Sulla prima iniziativa sono fiera che Venezia abbia creato una pagina nel sito del Comune e che in Campo Santa Margherita ci sia questa possibilità di dire NO.
Per il resto lascio ad ognuno le proprie idee e le considerazioni da fare, l’importante è non restare apatici e lasciare passare. Il non rifletter, il non pensare, questo sì è pericoloso!
Sul secondo evento invece dico la mia.
Sono passati venti anni!
Avevo esattamente diciotto anni quando vidi quelle due mani strette e l’urlo disperato di Harvey Keitel.
Niente potrà mai togliermi dall’anima l’angoscia e la liberazione di quel salto nel vuoto.
Eppure Louise sbagliò a sparare a quell’uomo, eppure Thelma sbagliò a fidarsi dell’affascinante Brad Pitt.
Eppure entrambe sbagliarono, perché morirono.
Per quanto sia stato un film di rivolta, in effett,i non ha rivoltato un bel niente se dopo venti anni ci troviamo a dover andare a dire in piazza delle ovvietà.
Sarà che ho appena finito di leggere “Molto forte incredibilmente vicino” il cui finale (attenzione spoiler!) è una moviola all’indietro della realtà, ma se potessi riavvolgerei il film. Louise non ucciderebbe il violentatore, lo gambizzerebbe, Brad Pitt verrebbe arrestato per furto e Harvey Keitel metterebbe in galera il violentatore per il tentato stupro e il marito di Thelma per manifesta stupidà.
Ecco questo sarebbe un cambiare le cose. Ma suicidarsi, questo è eroico, ma la realtà non cambia.
Umanamente capisco, capisco bene la difficoltà del vivere quotidiano contro i luoghi comuni, ma se mai ci si ribella se mai si dice No come si può pensare che tutto sia diverso?
“Thelma e Louise” rimane una pietra miliare nella storia cinematografica mondiale, sia per la qualità degli interpreti, sia per il messaggio dirompente che forniva. Ma ora sono passati venti anni dobbiamo andare avanti, molto più avanti!
È il momento di girare la macchina e andare a parlare con chi vuole ascoltare le nostre ragioni, perché, per fortuna, ci sono uomini come Harvey Keitel che ci gridano di fermarci e di non fare sciocchezze.
E dopo questa predicozza vi saluto con una delle immagini più belle del film e l’augurio di una buonissima settima^^

sabato 5 febbraio 2011

Molto forte incredibilmente vicino


A New York un ragazzino riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare: "C'è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo". È l'11 settembre 2001. Tra le cose del padre scomparso il ragazzo trova una busta col nome Black e una chiave: a questi due elementi si aggrappa per riallacciare il rapporto troncato e per compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggio nella città alla ricerca del misterioso signor Black: un itinerario ricco di incontri che lo porterà a dare finalmente risposta all'enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi. E sarà soprattutto l'incontro col nonno a fargli ritrovare un mondo di affetti e a riaprirlo alla vita.


Jonathan Safran Foer è senza dubbio uno dei più grandi scrittori dei nostri giorni, e il fatto che sia così giovane mi riempie di gioia e di speranza.
Lo ritengo uno sperimentatore della narrazione che riesce con lucidità e antica ironia a rappresentare le grandi tragedie. Dopo “Ogni cosa è illuminata” che ho trovato un libro talmente ricco di idee e di sentimenti da ritenerlo un capolavoro assoluto, ho iniziato la lettera di questo suo secondo romanzo con grandi aspettative.
Non sono state deluse.
Lo stile inconfondibile dell’autore, che riesce creare personaggi dalle personalità poliedriche è rimasto.
Naturalmente la storia cambia. Si tratta sempre di una ricerca, la perpetua ricerca degli antenati, delle origini di sé e dei fatti quotidiani.
Non so dire quanto della formazione ebraica dell’autore pesi su questo continuo migrare dei protagonisti.
Un percorso senza meta perché la vita stessa è viaggio non arrivo.
Il filone principale del romanzo è la storia del piccolo Oskar che ha perduto il padre l’11 settembre e che cerca di ritrovare una parte di lui attraverso una chiave.
Ma è anche la storia dei suoi nonni, di come siano fuggiti dal bombardamento di Dresda per non riuscire più a ritrovarsi. Lei con gli occhi guasti e lui incapace di parlare.
Vi sono degli interludi molto poetici come i ricordi familiari del bambino, ma ci sono anche immagini che accompagnano la lettura rendendo quasi tridimensionale la storia. Le ultime pagine sono veramente geniali.
Il messaggio del romanzo è chiaro, può capitare a tutti di essere annientati da qualcosa di più grande di noi, ma si deve trovare la forza di andare avanti, nonostante lo strazio. Ma, soprattutto, io ho colto la necessità di non lasciare passare il tempo inutilmente e di dire sempre alle persone che ci sono accanto quanto sono importanti per noi. Per non avere rimpianti.
Un romanzo sull’11 settembre scritto senza retorica, senza polemiche, una grande riflessione sulla caducità delle certezze umane.

venerdì 4 febbraio 2011

La ragazza della tempesta



Visto che roba? Non vi fa venire i brividi? ^^

Colgo l'occasione della recente messa on line del book trailer, veramente strepitoso realizzato da Iri,(complimenti, veramente bravo!) per parlare de "La ragazza della tempesta."




“...Come poter stare ancora lontana da qui? Come pensare di poter passare
un solo giorno senza di te?
Ora che ti ho ritrovato il mio cuore sviene. È come se ti conoscessi da sempre, come se ti avessi ripescato da un'infanzia nella quale giocavamo assieme, senza mai stancarci delle nostre fantasie di bambini.”
Lidia è una giornalista di Milano in vacanza in Liguria. Durante una torrida mattinata, bussa quasi per caso alla porta di Riccardo, un pescatore di Zoagli.
È un uomo affascinante, gentile anche se dai modi a volte incomprensibili. Pranzano assieme e scatta un feeling
immediato. È subito breccia nei cuori di entrambi. Ma qualcosa si muove e risale dal passato, e Riccardo sembra nascondere ben più di un mistero. Con la
determinazione l'imbranataggine che le sono tipiche, Lidia è decisa a svelarlo.
Cos'è realmente la cosiddetta “isola dei morti” di fronte alla costa? Ed è vero che ha dei legami con il tenebroso uomo
che Lidia ha conosciuto nell'afosa estate ligure?
Amore e thriller si intrecciano in una storia che sa di redenzione dalle colpe del passato.


Questo libro di Fabrizio Valenza, quando lo lessi, mi lasciò senza fiato per la capacità del suo autore di mutare registro e di descrivere le ansie umane.
Una storia d'amore antica e una recente, un incontro del destino ma anche una svolta nel destino dei protagonisti.
Diciamo che ho l'animo romantico, ma le cose troppo dolci mi suonano sempre un pochettino false, quindi ho trovato questa storia molto in sintonia con il mio sentire.

"La ragazza della tempesta" è la perfetta sintesi tra romantico e thriller, a me è piaciuto molto per lo stile immediato e per la capacità di tenere incollato il lettore. Oltre al fatto di essere ambientato in uno dei luoghi più belli d'Italia.
Dunque se non l'avete ancora letto dovete subito rimediare!

mercoledì 2 febbraio 2011

Sono tornata


Rieccomi!
Dopo una settimana senza possibilità di usare il computer sono di nuovo on line.
Ho letto alcune pagine interessante e domani ve ne parlo, ora sbircio i tanti bei blog che ho dovuto trascurare, Ahhh mi siete mancati!