Le cronache di Gaia

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giovedì 31 marzo 2011

Ispirazioni letterarie


Uncient Reef opera di Giuseppe Gonella

Molti scrittori nei ringraziamenti citano musicisti che con le loro melodie hanno saputo creare l'atmosfera, letteralmente, dei loro libri.
Anche io l'ho fatto, inutile negarlo.
Senza Elisa, i Coldplay e i Muse il mio piccolo Esedion non avrebbe mai visto la luce.
Ma c'è anche un'altra forma d'arte senza la quale non potrei vivere.
Chi mi segue sa della mia passione per la pittura.
Sarà la mia assoluta incapacità di ritrarre il mondo con una matita ma ho un'ammirazione infinita per i pittori e per tutti coloro che possiedono la dote di rappresentare la realtà e le idee in forma pittorica.
Il mio ringraziamento non va solo ai musicisti ma anche verso un pittore, Giuseppe Gonella, giovane, simpatico e bravissimo. Una sua opera in particolare mi ha mostrato la terra in cui si svolge tutta la storia del mio romanzo.
Nel suo sito potete farvi un'idea delle sue opere e se in aprile passate dalle parti di New York non esitate a fare una capatina alla mostra a lui dedicata

domenica 5 settembre 2010

Lost in painting

In questi giorni mi sono persa.

Niente di strano, mi capita da sempre.
Quando ero una bambina ero perennemente cercata dai miei genitori.
Quando ero ragazza ero perennemente ricercata dalle mie amiche.
Anche ora mi perdo spesso e volentieri. Di solito nelle librerie.

Quando si trova qualcosa di così coinvolgente da richiedere tutti i nostri sensi ci si perde a se stessi e si entra nell’oggetto di perdizione.
Mi capita con i libri con più frequenza.
Ma anche con i luoghi magici.
E con l’arte.

Chi non si è perso guardando il David di Michelangelo?
O la Cappella Sistina?
O l’esercito di terracotta?
O, perdizione delle perdizioni, il cielo stellato e la luna?

Ieri mi sono persa nella pittura.
E come ogni volta che mi rapporto con la perfezione e la bellezza mi chiedo: quanta fatica e sudore costa realizzare qualcosa che paia semplice?

Nella mia opera di revisione del romanzo sto vivendo l’ossessione per il giusto termine e mi scopro a fissare le sillabe con la puntigliosità con cui il microscopio osserva il batterio. E credo di essere folle.

Ma ieri, un quarto d’ora prima dell’apertura della mostra, ho visto arrivare una pittrice armata di pennello e colore, per dare il tocco finale al suo quadro, che riteneva non perfetto.

Non ho potuto che sorridere, guardarla negli occhi e perdermi con lei.


opera di Giuseppe Gonella