Le cronache di Gaia

Cronache di Gaia.

Un luogo di viaggio e di passaggio, benvenuti!

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venerdì 4 dicembre 2015

Lungo il fiume con Molli




Ciao a tutti!
Prima di tutto mi scuso per l'assenza prolungata.
Si è trattato di un periodo molto intenso ma proficuo.

Oggi vi parlo di "Lungo il fiume con Molli", una vita da castorino :).
La storia di Andrea e Molli è stata scritta due anni fa per un progetto editoriale poi mai concretizzatosi.
Mio figlio aveva partecipato attivamente alla stesura e spesso mi ha chiesto spesso che fine avesse fatto Molli così ho deciso di pubblicare da sola questa storia. Disponibile su tutti gli store on line in versione ebook e presto in cartaceo su Amazon.

La particolarità del romanzo sta nell'inusuale animale in cui si trasforma il protagonista.
Immagino sia inconsueto avere per protagonista una nutria, un animale che non gode poi di molte simpatie. Ma non sarebbe né la prima né l'ultima specie animale a non essere molto amata nella vita reale, mentre in quella immaginifica è adorata.
Pensiamo a Topolino, alzi la mano chi sarebbe felice di avere in casa un vero topo?
Pochini in effetti. E allora perchè parteggiare per un topone dalla lunga coda e non per una nutria dai dentoni arancioni?

Due fratelli, un atto di coraggio, un pizzico di magia e molta curiosità sono gli ingredienti che Andrea possiede e che fanno di lui un bambino molto fortunato.
Questa è la sinossi e spero vi piaccia :)

Il giorno in cui Andrea e suo fratello Francesco vanno al fiume per cercare una tana di castorini non immaginano quello che sta per accadere. 
Andrea, che ha invitato anche i suoi amici Sofia e Ale, si ritrova a dover difendere un castorino dall’aggressività di un ragazzo deciso a fargli del male. 
La caduta accidentale nel fiume di Andrea cambia per sempre ogni cosa. 
Al suo risveglio il bambino non è più lo stesso, per salvarsi dalla corrente ha chiesto aiuto e qualcuno l’ha ascoltato, pensando che il modo migliore per salvarlo dall’annegamento fosse trasformarlo in una nutria. 
Una famiglia di castorini lo accoglie nella loro tana e Andrea, grazie ai suoi nuovi amici Molli e Niko, imparerà a usare la coda, i denti e a scegliere le radici più gustose. Apprenderà il modo migliore per nascondersi dai predatori ma, soprattutto, scoprirà molto sulla vera vita dei castorini. 
Un bambino però non può restare per sempre una nutria. 

Riuscirà Andrea a trovare il modo per tornare quello di prima?

Scopri 
Lungo il fiume con Molli 
su Amazon, Kobo



lunedì 6 dicembre 2010

San Nicola


Almanacco del giorno:
6 dicembre

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San Nicola
vescovo di Mira (Licia) nel IV secolo, abbiamo un gran numero di notizie, ma è difficile distinguere le poche autentiche dalla dovizia di leggende fiorite intorno a questo popolarissimo santo, la cui immagine viene ogni anno riproposta dai commercianti nelle vesti di "babbo Natale" (Nikolaus in Germania e Santa Claus nei paesi anglosassoni), un rubicondo vecchio dalla barba bianca, fluente, e con una bisaccia colma di doni sulle spalle.

Il suo culto si è diffuso in Europa quando le sue presunte reliquie, trafugate da Mira da 62 soldati baresi, e portate in salvo sottraendole alla profanazione degli invasori turchi, vennero collocate con grande onore nella cattedrale di Bari, il 9 maggio 1087. Le reliquie erano state precedute dalla fama di grande taumaturgo e dalle colorite leggende. "Nicolaio - si legge nella Leggenda atirea - trasse il suo nascimento da ricche e sante persone. Il primo die che tue bagnato, stette per se medesimo ritto nel bacino... ", bimbo di eccellente fibra, e già incline all'ascesi poiché, come soggiunge la Leggenda, il mercoledì e il venerdì rifiutava il latte materno. Fatto grandicello, "schifava le dissoluzioni e le vanità e usava la chiesa maggiormente ".

Elevato alla dignità episcopale per soprannaturale ispirazione dei vescovi raccolti in concilio, il santo pastore ebbe cura del suo gregge, distinguendosi soprattutto per la sua generosa carità. " Un suo vicino, pervenuto a grandissima povertà, tre sue figliole vergini ordinò di mettere al peccato, acciò che di quella vituperosa mercantia potesse nutricare sé e le sue figliole... " .

Perché fosse evitato questo impietoso lenocinio, S. Nicola, passando nottetempo davanti alla casa di quel poveretto, per tre volte vi gettò una borsa di monete d'oro e le tre figliole, con la dote ebbero anche un buon marito. Il suo patrocinio su ragazzi e scolaretti sembra dovuto a un altro fatto leggendario: il vescovo avrebbe addirittura risuscitato tre fanciulli, uccisi da un macellaio per farne tenere fettine.

Si narra ancora che, invocato da alcuni marinai durante una furiosa tempesta in mare, egli comparve loro e l'uragano s'acquetò all'istante. Pare infatti che con i marinai avesse un conto aperto: durante una carestia aveva ottenuto da una nave frumentaria una buona porzione di grano per i suoi fedeli; poi, al controllo degli esattori, si riscontrò che il carico era completo. Nel medioevo drammi e giochi ebbero a protagonista il santo taumaturgo. Oggi, pur sotto le mentite spoglie di " Babbo Natale", S. Nicola ci ricorda il grande comandamento dell'amore.

Sono informazioni tratte da qui

Una cosa però è certa, la sera del 5 dicembre i bambini dell'Italia Settentrionale mettono sul davanzale calze e scarpe. Nelle strade, le vetrine piene di giocattoli, libri, dolci, splendono di addobbi... Nella notte "San Nicolò" distribuirà tutte quelle belle cose nelle calzature dei bambini buoni, come fa la Befana a gennaio.
Non in tutta Italia si festeggia San Nicola o San Niccolò, come si chiama da me, ma
a me (che sono stata buonissima *_*) ha portato un giorno di ferie (domani) e un nuovo vestito per il blog, e a voi?

sabato 27 novembre 2010

L'anello di fuoco. Century

Eccomi qui!
Pensavate di esservi liberati della sottoscritta, dite la verità?
Invece no!
Tornata più in forma che mai, o quasi ^^
In questi tre giorni di malattia non potevo certo affrontare Joanne Harris, così considerato anche che sabato, cioè oggi, mi scadeva il prestito di “Century. L’anello di fuoco” di Baccalario me lo sono letto.
Premetto che non avevo mai, dico mai, letto niente di Baccalario.
In effetti non sapevo nulla della sua esistenza finchè qualche settimana fa MP Black non me ne ha parlato.
Così, per colmare questa mia immensa lacuna, ho preso in prestito questo libro.
Potevo prendere un Ulysse Moore direte voi, troppo facile!
Così ho letto questo delizioso romanzo. E già dall’aggettivo “delizioso” si capisce che mi è piaciuto.




due parole sulla trama rubate da aNobii:

29 dicembre, Roma: è notte e un uomo corre affannosamente lungoil Tevere. Tra le mani stringe una valigetta nera. Sta cercando quattroragazzi. Nello stesso momento, Elettra, Sheng, Mistral e Harvey escono dinascosto dalla loro camera d'albergo per esplorare la città sommersa dallaneve. Fino a poche ore prima non si conoscevano, adesso hanno appena scopertodi avere qualcosa in comune: sono nati tutti lo stesso giorno, il 29 febbraio.Quando l'uomo li vede, non ha dubbi: sono loro. Affida il suo preziosobagaglio a Elettra e scappa. Dentro la valigetta c'è una strana mappa dilegno... La sfida è iniziata.


Leggere questo libro è stato come sedersi sul divano e guardare la puntata di un bel cartone animato.
Nel senso migliore del termine.
Un romanzo che proprio si “vede”.
I personaggi sono bel delineati, li si immagina benissimo, le ambientazioni, i cattivi e Roma.
Ahhh Roma! Qualsiasi libro ambientato a Roma ha subito tutta la mia attenzione!
La storia è originale.
Ogni cento anni quattro ragazzi devono affrontare qualcosa, (non si sa bene cosa) e i quattro amici dei nostri giorni: Elettra, Mistral, Harvey e Sheng, nati l’incredibile 29 febbraio si trovano coinvolti nella ricerca dell’Anello di fuoco.
Subito però questa cerca viene funestata dalla morte di una persona e questo è il punto di divisione con la tradizione millenaria e l’inizio dell’avventura vera e propria.
Non che si capisca bene cosa sia, non ci sono grandi spiegazioni, ma solo il primo romanzo dei quattro che compongono la saga. Inoltre è scritto per giovani adulti e di solito questi lettori sono più pazienti di noi adulti.
Lo stile di Baccalario mi piace proprio, è simpatico, accattivante e, oltre a scrivere benissimo, riesce a ben calibrare i cambi di prospettiva senza confondere il lettore.
Certo ci sono sbavature e scollamenti, non lo posso negare, ma confido che nei rimanenti volumi della saga il tutto si risolva.

lunedì 6 settembre 2010

Estasia



Danny Martine è un adolescente con molti e seri problemi.
Il padre è morto improvvisamente gettando nella disperazione la madre che dal giorno del loro incidente non è più riuscita a parlare.
Danny vorrebbe aiutarla e si strugge nell’angoscia, tanto che il suo rendimento scolastico ne risente e si prospetta una inevitabile bocciatura.
Il ragazzo per trovare pace al suo animo tormentato si rifugia nel suo luogo segreto. E lì inizia a raccogliere gli indizi che lo porteranno a Estasia.
Paese in cui Danny diviene il Bianco Prescelto, il solo che possa recuperare le nove pietre-luci per la corona della regina Darmha.
E’ un romanzo fantastico scritto molto bene, curato nei dettagli e con delle trovate veramente geniali. Specie alla fine. (Leggi nello specchio: stupendo! Lo so, non capite niente, pazienza, leggete il libro e capirete, non voglio fare spoiler)
Vi è tutto in questo romanzo, e mi è piaciuto particolarmente il palazzo dell’inverso con il suo chiudere il cerchio, in cui l’autore compie anche delle citazioni erudite che ho apprezzato molto.
Giustissimo il messaggio di fondo del romanzo che traspare senza catechizzare, e per i ragazzi mi pare perfetto.
Però, c’è un però, la malinconia pervade il romanzo.
Sarà una mia impressione ma Danny non è mai felice e sereno fino in fondo. Il padre che manca, manca sempre e per quanto straordinario sia il suo viaggio a Estasia non lo compensa della perdita del genitore.
Forse l’avrò letto io in un momento sbagliato, perché effettivamente non ci sono difetti, nè di trama, né di scrittura, semplicemente non mi ha coinvolta fino in fondo.
Ciò non toglie che sia un libro che consiglio agli amanti del genere fantastico, specialmente ai ragazzi, e che non veda l’ora di sapere come prosegue la trilogia.

domenica 22 agosto 2010

L'ultimo orco



L’ultimo orco

La trama di IBS:
Anche in questo libro incontriamo Yorsh, l’ultimo elfo, oramai adulto. Ma il vero protagonista di questo libro è Rankstrail, soldato di ventura che combatte una guerra contro gli orchi. Mentre Yorsh è un eroe per destino, per Rankstrail è diverso: non è un predestinato, deve trovare la sua via attraverso le scelte, anche sbagliando. E sarà l’amore ad aiutarlo a prendere le decisioni giuste. Lo schema classico prevede che l’eroe liberi la fanciulla dall’orco. Ma chi è veramente l’orco: chi è nato orco, o chi ha scelto di esserlo?

La trama di Salani Editore:
Un'ombra cupa, una terribile minaccia si stende sul Mondo degli Uomini: gli Orchi, che si abbattono come cavallette sulle città, radendole al suolo e trucidandone gli abitanti. Il Capitano Rankstrail della cavalleria leggera di Daligar giura a se stesso che nessun Orco potrà di nuovo infestare e uccidere. Ma ecco che qualcuno gli dà ordine di andare a caccia di un altro nemico, di sventare una nuova minaccia: e il Capitano Rankstrail incontra Yorsh, l'Ultimo Elfo mentre, fuggiasco, trascina verso la salvezza un esercito di diseredati, pronti a combattere piuttosto che tornare a una vita di stenti. Due vite segnate dalle scelte, dal senso di giustizia, dall'amore. Ognuno è artefice del proprio destino: e Rankstrail imparerà che Orco non è soltanto chi per disgrazia si ritrova cieco e brutale portatore di odio, ma è soprattutto chi, con discernimento e potere, sceglie la via della barbarie e della morte. Eroe potente e indimenticabile, Rankstrail ci accompagna nel memorabile passaggio da un mondo di idee a un mondo di carne e ossa; dal mondo dei destini segnati a quello delle scelte. Scritto con stile travolgente, un fantasy rovente e impetuoso, fatto di sangue e battaglie, pietà e tenerezza; un mondo dove non c'è posto per eroi di carta, ma per Uomini e Donne liberi e consapevoli, in un superbo tributo ai grandi temi dell'umanità.

Ora che vi siete fatti un'idea di che cosa parla, dico la mia.

Quello che mi ha colpito di più di questo libro è la capacità descrittiva dell’autrice. È riuscita, senza dilungarsi, a dare un’immagine ben definita da ogni luogo e a ogni personaggio descritto nel suo romanzo.
In modo particolare è riuscita a rendere con incredibile vivezza la fame. Tema dominante anche ne “L’ultimo elfo”. I bambini dei due libri patiscono la fame e, dopo aver letto i suoi libri si ha veramente un’idea di quello che può essere la fame. Sono fortunata, so di esserlo, visto che la fame e la sete non rientrano nelle mie esperienze di vita. Silvana De Mari, di cui confesso, non conosco la biografia, deve averle quanto meno provate per poco tempo, perché riesce a descriverle benissimo.
In un primo momento ero perplessa: come poteva “L’ultimo orco”essere un romanzo per ragazzi?
Vi sono così tanti spunti di riflessione che lo riterrei più adatto agli adulti, ma mi sbagliavo, è proprio agli adolescenti che deve rivolgersi.
Le tematiche trattate dall’autrice mentre narra la vita del capitano orso Rankstrail e la trasformazione di Rosalba sono ricchissime di implicazioni. Si parte con il tema dell’amare i bambini altrimenti da adulti diventeranno crudeli, passando per la microeconomia, per arrivare all’individuo come soggetto unico e non legato a tradizioni familiari vincolanti.
In questo libro si ride poco, a differenza de “L’ultimo elfo” in cui ogni tanto l’ironia era veramente esilarante. Per fortuna c’è il caporale Lisentrail, con le sue dita e i denti mancanti, a farci alleggerire il macigno di implicazioni morali di cui il romanzo è intriso. Ma questo non è un difetto, anzi. Quando si descrivono temi simili si deve essere chiari e l’ironia potrebbe confondere. Bisogna dirle certe cose, saranno anche superflue, saranno anche inutili, ma se nessuno le dice, nessuno le scrive, forse si può iniziare a pensare che lo siano.
Per me, di tutti i giustissimi concetti che Silvana De Mari presenta in questo libro, il più importante è quello che pure a Yorsh era sfuggito per un attimo: “Chi ha la forza per impedire le ingiustizie e non la usa di quelle ingiustizie si rende responsabile”.
Leggetelo!