Le cronache di Gaia

Cronache di Gaia.

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martedì 22 dicembre 2015

Le statuine di Davide



Il primo racconto di Tre prima di Natale è "Le statuine di Davide"
Scritto anni fa come regalo per Enrico è uno dei racconti a cui sono più legata, purtroppo il passaggio da un blog all'altro mi ha fatto perdere l'immagine di copertina, meravigliosa, quindi inserisco quella dell'ebook.
In attesa che Amazon renda gratuita la raccolta, potete leggere qui di seguito il racconto oppure scaricare l'ebook da Kobo.
Buona lettura!




Dedicato a Enrico


Le statuine di Davide

Buio.
Finalmente.
La prima mosse la zampa posteriore, la seconda volse la testa alla sua vicina; una dopo l’altra si svegliarono.
Il muschio era soffice sotto i loro zoccoli e la più piccola lo annusò con soddisfazione, odorava ancora di buono. L’aria secca proveniente dal camino non l’aveva seccato ed era piacevole camminarci sopra.
La prima alzò il muso verso il suo pastore che le mise una mano sulla testa, accarezzando il soffice pelo bianco. Un brusio veniva di lontano, e il pastore sbuffò. 
Bue si era incastrato di nuovo, asino lo rimproverava a bassa voce, ragliando tutto il suo disappunto mentre gli agnelli saltellavano divertiti dalla scena, che ormai si ripeteva ogni notte, da quando erano stati liberati dalla loro prigione.
Soldato con elmo aiutò bue e lo rimproverò: 
“Sistemati meglio, non possiamo fare ogni volta tutta questa fatica!”
Bue era mortificato, quest’anno avevano fatto una capanna più piccola, lui cercava di rannicchiarsi più che poteva, ma proprio non ci riusciva.
Maria gli sorrise e gli mise una mano sul ventre gonfio, lui si sentì meno colpevole e guardò lontano, nel buio vide il leggero riverbero delle braci del caminetto.
Giuseppe era sceso dal mobile con i soldati e alcuni pastori, erano temerari, giravano per la stanza curiosi.
Le pecore rimanevano vicino al laghetto e li guardavano con apprensione, erano troppo vicini ai regali, li avrebbero sgualciti.
Luce. 
Paralisi.
“Fai piano, altrimenti ti sentono” e le mani stropicciavano carte lucenti.
“Oh, ma le statue sono tutte fuori posto Elena!” brontolò lui, posando un pacco.
“Strano mi pareva di averle sistemate …” e con calma la donna rimise i pastori vicino alle loro pecore.
“Sarà stato di nuovo Francesco, continua a fare le battaglie pecore contro pastori, quasi fossero soldatini!” e l’uomo scoppiò a ridere.
“Già, ma non va bene, sono statue antiche, erano di tua nonna e lei ci tiene moltissimo! E se le rompono?”
“Amore, sono anni che facciamo questo presepio e non è mai successo niente. Ora mettiamo Gesù Bambino e poi ci rimangono solo pochi giorni. Ecco fatto. Guarda che bello! Persino Maria pare sorridere” e mise un braccio attorno alle spalle della donna per poi baciarla.
“Buon Natale tesoro.”
“Buon Natale” rispose lei sorridente.
Buio. 
Sollievo.
Le pecore pian piano avanzano verso la capanna, pastori e soldati sorridono, mentre bue sbuffa felice.
“Sei tornato piccolo mio”. 
Maria stringe il piccolo al petto e centurione si commuove, come sempre.
Giuseppe sorride e annuncia : “Ci siamo tutti!”
“Mancano i re” borbotta asino.
“Ma quando loro arrivano noi torniamo in prigione” si lagna la lavandaia vicino al laghetto mentre le papere zampettano nel muschio. 
“È bello che il bambino sia tornato” dice bue.
Luce. 
Panico.
“stsss che altrimenti si svegliano” avvisa il ragazzo.
“Francesco io ho paura” piagnucola la bambina.
“Sciocca, non è ancora arrivato, ci nascondiamo lì” e la spinge verso il divano.
“Ma la luce resta accesa.”
“No, non si può altrimenti non viene.”
“Io ho paura al buio” protesta la piccola dai ricci capelli biondi e dalla vocetta acuta. Agnello si gira e sorride, lei l’ha visto e si aggrappa al pigiama con le macchinine del fratellone.
“Francesco!”
“Che c’è ancora! Parla piano” la rimprovera lui, guardandosi attorno preoccupato.
“La pecora mi ha sorriso”
Lui incrocia le braccia sul petto e fissa la statuina.
“Cinzia non è vero, dai mettiti qui” poi si avvicina all’albero e il suo viso è tremendamente deluso mentre lei saltella felice.
“Ci sono i regali!”
“Siamo arrivati tardi” conclude lui, mentre lei si avventa sul primo pacco cercando di aprilo.
“No, ferma, mamma non vuole!” la blocca lui, ma i rumori di carta e il tonfo del pacco risuonano in tutta la casa.
“Via, via” e presa la sorellina per un braccio la trascina fuori dalla stanza.
Buio. Fermi.
Luce. Fermi.
“Secondo me sono stati i bambini, guarda il pacco è mosso” e lui sorride mentre lo dice, lei scuote la testa divertita.
Buio.
Pecora si avvicina ad agnello e con il muso gli dà un piccolo colpo sulla testa.
“Non si fa” sbotta pastore.
Agnello china il capo, mentre gli altri brontolano.
“Erano i bambini, vedrai non torneranno”
“Ma lei sì” dice Giuseppe serio.
“Lei torna sempre” conferma centurione.
Luce. 
Silenzio.
“Ciao Gesù Bambino, ecco questo è per te e per Davide.”
Una mano grinzosa posa una margherita vicino alla mangiatoia.
Giuseppe che è lì vicino sa che non è una margherita, è un piccolo, delicato crisantemo bianco.
Sono anni che lei glieli porta. No, non a lui, al bambino.
“Anche quest’anno è arrivato Natale. Credo che sarà l’ultimo che vengo a trovarvi, lo so che mi sentite, lo so che mi capite. Vi ricordate quando Davide vi ha costruiti? Era piccolo come Francesco eppure adorava dipingere le statue che suo padre aveva intagliato.”
Lacrime scendono sulle gote rugose della donna che tutti conoscono.
Agnello non resiste e bela: “Mi faceva il solletico.”
Lei prima sobbalza, poi prende la statuina e se la porta vicino alla guancia.
“Grazie! Davide me lo diceva che eravate vive, ma io non gli ho mai creduto, grazie” e la sua voce è incrinata per l’emozione.
Una alla volta tutte le pecore le vanno vicine seguite dai pastori. Giuseppe stringe la mano di Maria che, con il bambino in braccio, si avvicina al bordo del tavolo su cui sono posti.
“Grazie a te per averci tenuti” dice Maria.
“Siete le ultime cose che Davide ha amato prima di ammalarsi, ve lo ricordate?”
Giuseppe fa un cenno del capo.
“Aveva la febbre altissima” conferma il centurione.
“Sono passati così tanti anni, ora i bambini non muoiono più di poliomelite” sospira con sollievo la donna.
“Poi è arrivato Vincenzo, ma lui non ci ha mai visto” osserva bue.
La donna scuote la testa.
“Vi ha portati qui. Suo figlio e i suoi nipoti, Francesco e Cinzia, vi vogliono bene”.
Bue annuisce, quei bambini vogliono bene a tutti loro.
“Ci vedremo ancora?” chiede agnello notando come le rughe della donna siano sempre più profonde.
“Non lo so, spero di vedere presto Davide”.
La donna ripone la statuina vicino alle altre e se ne va lenta, sostenendosi al bastone.
Buio.
Attesa.
Gioia.
Il fiore brilla nel buio e illumina le statuine del presepio.
Anche questo Natale Davide è tornato da loro.





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