Le cronache di Gaia

Cronache di Gaia.

Un luogo di viaggio e di passaggio, benvenuti!

lunedì 1 agosto 2011

A che serve veramente la creatività?

In alcune cittadine tedesche, che si susseguono lungo il fiume Reno, ci sono diversi musei d'arte contemporanea.
Accanto a ogni sezione di arte contemporanea con pezzi veramente importanti con opere di Picasso o di altri artisti famosissimi ci sono anche sezioni di arte locale.
Quando al funzionario incaricato, al ministero alla cultura, a Berlino è stato chiesto perché si è scelto di creare dei musei con artisti mondiali e locali.
La sua risposta è stata scioccante, ma anche l'uovo di colombo.

Diceva più o meno queste parole:
"A noi non interessa l'arte. A noi preme che le scolaresche che visitano i musei scoprano la creatività. Noi abbiamo bisogno della creatività e della fantasia che questi ragazzi, divenuti adulti, metteranno nei lavori che svolgeranno."

Dunque la creatività non è solo cultura ma il più forte formatore di innovazione che esista.
Ancora una volta la cultura e l'economia sono due facce della stessa medaglia.

7 commenti:

  1. Be, che si coltivi la creatività è cosa buona e giusta, ma che un ministro della cultura se ne esca con un discorso espresso in questo modo mi spiazza, e non poco. A me interessa eccome il fattore artistico, scindere la creatività da esso è una grave minaccia. Si riduce l'uomo ad una macchina di produzione e consumo. Ridurre l'arte alla creatività può sembrare un'idea innocente, ma la trovo in realtà insidiosa. L'arte è il modo dell'artista per comunicare ed esprimersi, ci possono volere decenni perchè si arrivi a capirla e rivalutarla. Un ministro della cultura che fa un discorso del genere secondo me non ci fa tanto una bella figura. Mi verrebbe da dire "È meglio se facevi il ministro dell'economia." Guarda, forse io non mi so spiegare bene, ma ti consiglio di leggere il libro "Il mondo nuovo-Ritorno al nuovo mondo" di Adous Huxley (in realtà sono un romanzo distopico e un saggio). Magari sembra che non centri nulla, ma in realtà nel saggio l'autore esponeva proprio un pensiero sull'arte che aveva molto a che fare con questa idea.

    RispondiElimina
  2. No, ho scritto male, ora correggo il post, non è il ministro della cultura a fare il discorso ma un suo funzionario, responsabile dei musei. "Il mondo nuovo" è da un po' che voglio leggerlo e credo che lo farò molto presto.

    RispondiElimina
  3. Sì, ma pure il funzionario secondo me non può venirsene fuori con una frase del genere. È più che altro il modo in cui si è espresso. Cosa fa se vede un'opera che lui crede con un grande potenziale artistico ma che potrebbe turbare i ragazzi per il messaggio contenuto, non la espone?

    RispondiElimina
  4. Credo che invece la esporrebbe proprio perchè non gli importa. La sua affermazione l'ho trovata cruda ma utile. Cioè anche se a te l'arte non interessa sappi che serve, che non è una perdita di tempo e di denaro e che nella creatività bisogna investire. Le tue osservazioni sull'importanza dell'arte le condivido, è ovvio che la penso come te. Solo mi ha sorpreso, in un mondo in cui i tagli alla cultura paiono indispensabili (o almeno ci dicono che sono indispensabili perchè la cultura non produce reddito) se ne esce un non-amante dell'arte che dice che alla società essa serve moltissimo. Ecco io l'ho trovato incoraggiante. Il passo successivo è fargli anche capire che gli deve importare. Mi sa che sono sempre la solita inguaribile ottimista, vero?

    RispondiElimina
  5. Sul fatto che la cultura non produce reddito non sono affatto d'accordo. Anzi credo sia una enorme risorsa della nostra cara Italia.

    RispondiElimina
  6. Scusa, ma non se ti sei accorta che tu stai ponendo le cose in modo diverse da come le propone lui. Certo che l'arte produce reddito, sono convinto che se gli stati uniti avessero un millesimo del nostro patrimonio artistico vivrebbero solo di quello. Ma non confondiamo i ruoli. Che un ministro dell'economia incoraggi i giovani con una frase del genere, mi sta bene. Ma che degli addetti ai lavori se ne escano dicendo "A noi non interessa l'arte ... Noi abbiamo bisogno della creatività e della fantasia che questi ragazzi, divenuti adulti, metteranno nei lavori che svolgeranno." non mi sta bene per niente, ha confuso il suo ruolo.
    Ma cosa cavolo deve fregare a chi si occupa di un museo se i giovani saranno produttivi o meno? Lui si deve occupare del fattore artistico in primis, può incoraggiare i giovani ad amarlo, ma non è questo il fine primo che si evince dalla sua affermazione.
    Come dici, che significato ha l'arte? L'arte non può essere un mezzo pensato per renderci più produttivi. Questa può essere una bellissima conseguenza indiretta, ma nel momento in cui si pianifica, c'è qualcosa che non va.
    È chiaro che l'iniziativa mi piace molto? Che io sono sempre a favore del coinvolgimento dei bambini? Sto solo dicendo che lui si è espresso male, e che se la pensa davvero così, se il suo scopo principale è coltivare la produttività di giovani menti, deve cambiare mestiere. Coltivare giovani menti è meraviglioso, ma non è necessariamente lo il fine dell'arte.
    Mi hai fatto venir voglia di fare un post con i passi del libro che ti ho consigliato.
    p.s. lo so, sono una zucca dura e pure rompiballe XD

    RispondiElimina
  7. Ahahahah i rompiballe sono molto diversi, credimi!
    Sabato volevo comprare "L'isola" di Huxley (sai la mia fissa per le isole ^^)ma forse prima dovrei proprio leggere "Il mondo nuovo"
    Fai il post che dici, sono curiosa, prima però aspetto l'intervista a tu sai chi ;)

    RispondiElimina

Dite la vostra! Mi fa piacere conoscere la vostra opinione