Le cronache di Gaia

Cronache di Gaia.

Un luogo di viaggio e di passaggio, benvenuti!

mercoledì 4 maggio 2011

10 domande + 1 a...Fabrizio Valenza

Rieccomi!
Oggi ospito con grandissimo piacere uno dei miei autori preferiti: Fabrizio Valenza.
Per un caso fortuito proprio oggi mi è stato recapitato il suo ultimo libro, quando si dice il destino!
Cominciamo come al solito con un po' di notizie sul gentile autore con cui parleremo.
Anche oggi ringrazio Wikipedia per il suo indispensabile aiuto.

Fabrizio Valenza è uno scrittore italiano, in particolare di romanzi fantasy e racconti horror.

Laureatosi in Filosofia all'Università degli Studi di Verona,[1] e in Scienze Religiose presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro Martire, giunge alla sua prima pubblicazione con il romanzo fantasy Geshwa Olers e il viaggio nel Masso Verde, primo volume di una eptalogia intitolata Storia di Geshwa Olers.[2]. Il primo libro è stato pubblicato da L'Età dell'Acquario nel novembre2008; in seguito ha iniziato a lavorare con Edizioni Domino, che nel 2009 ha pubblicato il romance La ragazza della tempesta e il secondo volume dell'eptalogia, La faida dei Logontras, nel 2010. I suoi lavori successivi sono di genere horror.

È considerato promulgatore del cosiddetto med-fantasy, sottogenere del fantasy.[senza fonte]

È direttore del sito Fantasy Planet[1], di La Corte Editore, per il quale cura settimanalmente una rubrica dedicata al re del brivido Stephen King, ed è ideatore del blog Il cielo nel libro, dedicato alfantasy italiano, appartenente al portale multiblog HotMag di Paolo Roversi.

I suoi libri

  • Storia di Geshwa Olers, eptalogia med-fantasy:
    • Geshwa Olers e il viaggio nel Masso Verde, L'Età dell'Acquario, 2008
    • Geshwa Olers - La faida dei Logontras, Edizioni Domino, 2010 ( di cui ho parlato in questo post)

Altre Opere

  • La ragazza della tempesta, Edizioni Domino, 2009 (di cui ho parlato qui)
  • Commento d'autore, Linee Infinite, 2011

E proprio ora stringo tra le mani "Commento d'autore"



"Mirta Cobales lavora come segretaria nel comune di Verulengo. Finito il turno si prepara per il suo secondo lavoro cioè quello di soddisfare i desideri di vari uomini, divenuti ormai clienti abituali, tra le mura della sua casa. Il 19 maggio 2009 Mirta apre la porta a Cesare Ombroso, lo invita ad andarsene poiché quel giorno era già stato con lei, ma con sua grande sorpresa il signor Ombroso entra e la donna presto capisce che quello non è il vero Cesare... viene aggredita, fatta a pezzi, cucinata e data in pasto ai maiali. Da quel giorno, a Verulengo, iniziano ad accadere fatti strani."


Uhmmm sinossi molto accattivante, non credete?

Ora però è venuto il momento di far accomodare Fabrizio


Ciao! Grazie per avere accettato di essere qui e di rispondere alle mie domande.

Grazie a te!

1. Per cominciare ti va di raccontare qualcosa di te?

Sono innanzitutto un insegnante veronese presso la Scuola dell'Infanzia, un lavoro che mette sempre in moto la mia fantasia per trovare il modo più opportuno e intrigante di trasmettere la passione per le cose. Inoltre sono uno scrittore (anche se mi piacerebbe di poter dire: sì, di mestiere faccio lo scrittore. Purtroppo non posso ancora permettermelo). Sto per sfondare la soglia dei quarant'anni ma dentro di me ne sentirò sempre sedici, come quelli del mio personaggio più importante.

2. Quando hai iniziato a sentire la necessità di scrivere?

Fin da quando sono entrato nella pre-adolescenza. Tra i dodici e i tredici anni avvertii il bisogno di mettere per iscritto una storia d'amore impossibile, tra un uomo carcerato e una donna che gli si poteva avvicinare solo attraverso le grate della finestra. Probabilmente rispecchiava una fatica sentimentale che già allora iniziava a manifestarsi dentro di me. Più importante, però, della fatica è notare che trovassi fondamentale mettere per iscritto i miei pensieri. Il passo successivo fu quello di scoprire nella vasta biblioteca di casa mia i libri di Emilio Salgari, autore della mia città, più noto e stimato all'estero che in Italia, e di cui ricorre proprio in questi giorni il centesimo anniversario della sua morte. La bellezza di sentirmi immerso nelle sue avventure, totalmente immaginate da fermo a Verona mi dimostrò come fosse possibile creare ed essere in un altro mondo con il solo uso del linguaggio, della penna e della immaginazione. Perciò mi diedi a fare dei tentativi, supportato da uno strano regalo che, ogni tanto, mio padre mi faceva: grandi libri rilegati con copertina in stoffa e tutto ciò che era necessario a dargli l'apparenza di un testo importante... ma con le pagine totalmente bianche. Mi divertivo a riempirle con il contenuto della mia fantasia. Infine conobbi i romanzi di Tolkien e di Asimov (più tardi quelli di Lovecraft) e la frittata giunse a cottura.

3. Quali sono i libri e gli autori a cui senti di essere più legato?

Indubbiamente un ruolo importante rivestono gli autori che mi hanno accompagnato nell'amore per la lettura: non tanto Salgari, che dopo l'adolescenza non ho più praticato, se non riscoprendolo adesso, quanto piuttosto Tolkien, Asimov, Lovecraft, Dante, Foscolo, Manzoni. La mia formazione privata è soprattutto classica. Quando si è trattato, tuttavia, di scoprire e affinare lo stile personale, mi sono innamorato visceralmente di autori quali Stephen King, Paul Auster e Ian McEwan, che reputo i migliori scrittori contemporanei. In Italia una stella di prima grandezza tra i viventi è solo Camilleri. I testi che hanno segnato la mia formazione sono La Divina Commedia, Dei Sepolcri, I Promessi Sposi, Lo Hobbit, la trilogia formata da Cronache della Galassia, Il crollo della Galassia Centrale e L'altra faccia della spirale. Poi alcuni racconti di Lovecraft, e avanti con Le notti di Salem e The Dome di King, Trilogia di New York di Auster e Sabato di McEwan. La lista sarebbe molto più lunga, ma questi sono i principali.

4. Ti va di suggerirci un libro?

Certamente. Notte buia, niente stelle di Stephen King, per rendersi conto di che razza di grande della Letteratura sia questo scrittore ancora troppo sottostimato.


5. Ci sono altre forme di arte, come la musica o la pittura, per fare un esempio, a cui sei legato? Influenzano il tuo scrivere?

In realtà mi sento legato a tutte le forme d'arte. Sono cresciuto fin da piccolo immerso nell'amore per l'arte. Il mio fratello più grande è un illustratore. Un altro è compositore e un altro ancora fotografo e attore. Tra i miei antenati ci sono archeologi e letterati. Trovo impossibile scrivere senza far riferimento alla visione del mondo veicolata da qualunque forma d'arte. In modo particolare è la musica a travolgermi con la sua capacità di comunicare il divino.

Sono fermamente convinto che ci siano degli artisti che si sono resi costante disvelamento di Dio: Bach, Mozart, Beethoven, Mahler, Rossini, Leonardo, Bosch, Hugo, Leopardi e tanti altri. È come se fossero stati capaci di aprire una finestra direttamente sull'universo totale, attraversato dalla presenza divina, riuscendo a renderla manifesta in ciò che scrivevano. Anche scienziati e filosofi, ben inteso. Cos'altro sarebbero le opere di Cartesio, Newton, Kant e Einstein se non nuove e differenti scintille del divino sulla Terra?

Se c'è una forma d'arte che influenza il mio scrivere è senz'ombra di dubbio la musica. Mi sono trovato spesso a scrivere interi capitoli attorno ai ritmi travolgenti o pacati di opere liriche e sinfonie. A volte anche di canzoni di musica leggera. Verdi ha influito molto sulla Storia di Geshwa Olers, il musical Les Misérables su La ragazza della tempesta, il country ed Elvis Presley su Commento d'autore. Ma poi anche Mahler e Wagner sul prossimo Tu sarai l'inizio, e i Beatles, scoperti di recente, e moltissima musica che ascolto in continuazione.

6. Come scrivi? Cioè progetti, documenti e poi scrivi o ti siedi e poi cominci a digitare parole al computer? Hai dei riti particolari?

Non progetto mai. L'unico caso in cui l'ho fatto è stato per la trama generale di Storia di Geshwa Olers, semplicemente perché lì c'era da dare coerenza a un intero mondo. Ma anche in quel caso, la progettazione è comunque venuta successivamente alla stesura dei primi capitoli (ora inizio del quinto volume). Progettare prima è come voler dire: non t'azzardare a fantasticare più di così. No no, niente progetti.

Di solito mi metto al computer, apro un file, gli do un titolo provvisorio e poi, quando è arrivata la sensazione giusta o l'immagine affascinante, inizio a scrivere. Lascio che sia la trama a portarmi innanzi. L'unica condizione è che ci sia per lo meno un personaggio così interessante e ben formato nella mia mente da essere in grado di trascinarmi al computer giorno dopo giorno. Quando inizio qualcosa, scrivo ogni giorno almeno mille parole senza interruzione, qualunque quantitativo di tempo ci voglia. Talvolta riesco a scriverne molte di più e le accolgo come un acquazzone improvviso che non può far altro che bene. Spesso mi preparo l'atmosfera con un pezzo di musica.

Riti? Direi di sì: poiché scrivo solitamente quando torno dal lavoro, alle quattro, devo farmi un caffè, berlo passeggiando per la cucina e immerso nei miei pensieri, mantenendo alto dentro di me il sentimento della pagina che andrò ad affrontare, e poi vado nel mio sottotetto, chiudo le due porte che mi separano dal resto della casa e lì entro nel mondo del mio romanzo. Tutto qui.

7. “Commento d’autore” è il tuo primo libro horror. Avevi già sperimentato il genere fantasy con la saga di Geshwa Olers, il romantico con “La ragazza della tempesta”. Ti piace percorrere nuove strade o stai sfidando te stesso e la tua abilità di scrittore?

Credo che la scrittura segua la varietà della vita e del cuore. Il mio cuore, fortunatamente, batte molti ritmi e prova infiniti sentimenti: voglio seguirli tutti. Indubbiamente c'è una percentuale di gusto della sfida di me stesso, per vedere dove riesco ad arrivare, ma sono convinto che un autore che ha voglia di fare possa arrivare molto lontano.

8. Sei anche uno scrittore fantasy, in Italia questo genere letterario ha una identificazione con il pubblico giovane se non addirittura dell´infanzia. Sei d´accordo?

No. Il fantasy permette di esprimere i sentimenti e i pensieri più particolari e profondi dell'essere umano. Il problema dell'Italia è che non sa quasi mai di cosa si parla, quando si parla di qualcosa. Però tutti danno fiato alle trombe, convinti di essere dei luminari. Questo avviene anche nel piccolo, a livello di lettori: cos'è lo snobismo nei confronti del fantasy se non un pregiudizio basato su una scarsa o nulla conoscenza della materia? La si crede adatta ai bambini quando non lo è quasi mai. Questo perché spesso e volentieri lo si confonde con il genere d'avventura.

9. Nel tuo blog trovano spesso spazio importanti questioni legate al panorama letterario italiano. Tu stesso hai coniato il termine ormai diffuso di Fantasy Mediterraneo. Cosa nel pensi dell’ormai famoso Manifesto TQ?

Mi piace essere attivo nel confronto letterario del nostro Paese, anche se non è sempre facile farlo, vuoi perché non ti viene concesso facilmente se non sei piuttosto "visibile", vuoi perché talvolta il dibattito si sofferma su "fenomeni estivi" e poco significativi.

Attenzione: io non uso la dicitura Fantasy Mediterraneo. C'è stato un periodo in cui l'ho fatto, ma si chiamava med-fantasy. Adesso ho smesso questo abito per il semplice motivo che, a forza di teorizzarlo, ha perso consistenza. No, preferisco parlare di "narrativa fantastica di ambientazione mediterranea". Non è una questione di fantasy o non fantasy, ma di una modalità che abbraccia tutto il racconto fantastico. Inoltre credo sia necessario specificare che si ha a che fare più con un'ambientazione mediterranea che con dell'altro che, francamente, non riuscirei a cogliere. Il med-fantasy lo lascio a chi vuole apporre etichette e giudicare la qualità secondo parametri prettamente personali.

Che il Manifesto TQ possa diventare famoso è un augurio, perché segnerebbe un bel cambio di prospettiva nei confronti della nuova narrativa italiana. Bisogna prendere atto, e qualcuno sta iniziando a farlo, che il modo di scrivere dei nostri autori di questi ultimi due decenni è profondamente cambiato. Migliorato? Non so dirlo, ma personalmente credo che ci siano interessanti variazioni che vanno verso una maggiore consapevolezza del proprio stile e del proprio debito nei confronti degli stranieri. Trovarsi a discutere attorno a un tavolo in maniera così ufficiale può essere utile alla causa di un riconoscimento della nuova grandezza che l'Italia si sta ritagliando in questi ultimi tempi. La Letteratura Italiana non si è fermata a Calvino e Moravia, insomma. Anche i nostri trentenni/quarantenni stanno dando il loro significativo apporto. Per ciò che riguarda il fantasy... c'è ancora un po' di strada da dover fare.

10. So che stai lavorando a nuovi progetti, ti va di anticiparci qualcosa?

I miei progetti sono sempre numerosi e spesso mi manca il tempo anche solo per iniziarli. Comunque... ho alcuni romanzi che attendono solo di essere pubblicati, tra i quali Tu sarai l'inizio, del quale ho sospeso la pubblicazione (che era prevista con Edizioni Domino) per non sovraespormi in quest'anno pieno di uscite. Si tratta di un romanzo drammatico dal forte contenuto soprannaturale. Poi c'è la serie di 7 case, che uscirà a partire dai prossimi mesi (in teoria da maggio) con il primo numero, La porta sbagliata. Si tratta di sette racconti horror ambientati in quel di Verulengo, e uscirà per i tipi di GDS Edizioni. A livello di progettazione c'è un romanzo basato su tutti i folletti italiani, che dovrebbe andare a costituire il testo di riferimento per il Grest di tutta Italia, ma su questo progetto mi permetto di mantenere il segreto fino a quando non si sarà effettivamente concretizzato. Inoltre, c'è la riscrittura di un romanzo che risale, ormai, ad alcuni anni fa, che unisce in un unico volumone le linee temporali di un passato, un presente e un futuro alternativi: una sorta di urban fantasy à la Fabrizio, intitolato Cronache dalla grotta. Infine, con una brava scrittrice sto pianificando un romanzo che, nelle intenzioni, potrebbe costituire il primo di una lunga serie. Anche questo lo si potrebbe definire come urban fantasy, sebbene sia piuttosto allergico alle etichette. Se proprio dovessi attaccargli la mia, la chiamerei serie gotica italiana. Staremo a vedere per quando riusciremo a stringere tra le mani il primo volume.

La domanda +1 è la domanda di riserva all’autore.

Avresti sempre voluto che ti chiedessero … ma nessuno l’ha mai fatto?

Ora è il momento giusto!

Suggerisci la domanda che desideri, siamo curiosi di leggere la risposta!

Certo. C'è una tematica che ricorre con una certa frequenza nei tuoi romanzi?

Indubbiamente, anzi, più di una. Il confronto con il padre, l'irruzione della morte nella vita, il passaggio dall'aldiquà all'aldilà, la fusione tra le dimensioni. Posso dire senz'ombra di dubbio che ognuna di queste tematiche affiori nei romanzi che ho scritto finora e, presumibilmente, in quelli che pubblicherò in futuro.

Grazie Fabrizio, la tua intervista mi ha dato molti spunti di riflessione di cui presto vorrei parlare nel blog.

E voi cosa ne dite? Mi pare che come sempre Fabrizio abbia parlato con chiarezza e ponendo accenti su questioni veramente interessanti.

Alla prossima intervista ;)

1 commento:

  1. Complimenti al vulcanico e bravissimo Fabrizio, un autore da tenere d'occhio! Black!

    RispondiElimina

Dite la vostra! Mi fa piacere conoscere la vostra opinione