Le cronache di Gaia

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lunedì 7 febbraio 2011

Thelma e Louise

Accadono due eventi che mi portano a fare delle considerazioni.

Il primo è l’iniziativa “Se non ora quando” di cui riporto il video





in cui Angela Finocchiaro spiega molto bene la situazione e ci i nvita a riflettere, come pure la petizione che trovate nel sito senonoraquando.


Il secondo Thelma e Louise compie 20 anni.


Sulla prima iniziativa sono fiera che Venezia abbia creato una pagina nel sito del Comune e che in Campo Santa Margherita ci sia questa possibilità di dire NO.
Per il resto lascio ad ognuno le proprie idee e le considerazioni da fare, l’importante è non restare apatici e lasciare passare. Il non rifletter, il non pensare, questo sì è pericoloso!
Sul secondo evento invece dico la mia.
Sono passati venti anni!
Avevo esattamente diciotto anni quando vidi quelle due mani strette e l’urlo disperato di Harvey Keitel.
Niente potrà mai togliermi dall’anima l’angoscia e la liberazione di quel salto nel vuoto.
Eppure Louise sbagliò a sparare a quell’uomo, eppure Thelma sbagliò a fidarsi dell’affascinante Brad Pitt.
Eppure entrambe sbagliarono, perché morirono.
Per quanto sia stato un film di rivolta, in effett,i non ha rivoltato un bel niente se dopo venti anni ci troviamo a dover andare a dire in piazza delle ovvietà.
Sarà che ho appena finito di leggere “Molto forte incredibilmente vicino” il cui finale (attenzione spoiler!) è una moviola all’indietro della realtà, ma se potessi riavvolgerei il film. Louise non ucciderebbe il violentatore, lo gambizzerebbe, Brad Pitt verrebbe arrestato per furto e Harvey Keitel metterebbe in galera il violentatore per il tentato stupro e il marito di Thelma per manifesta stupidà.
Ecco questo sarebbe un cambiare le cose. Ma suicidarsi, questo è eroico, ma la realtà non cambia.
Umanamente capisco, capisco bene la difficoltà del vivere quotidiano contro i luoghi comuni, ma se mai ci si ribella se mai si dice No come si può pensare che tutto sia diverso?
“Thelma e Louise” rimane una pietra miliare nella storia cinematografica mondiale, sia per la qualità degli interpreti, sia per il messaggio dirompente che forniva. Ma ora sono passati venti anni dobbiamo andare avanti, molto più avanti!
È il momento di girare la macchina e andare a parlare con chi vuole ascoltare le nostre ragioni, perché, per fortuna, ci sono uomini come Harvey Keitel che ci gridano di fermarci e di non fare sciocchezze.
E dopo questa predicozza vi saluto con una delle immagini più belle del film e l’augurio di una buonissima settima^^

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