Le cronache di Gaia

Cronache di Gaia.

Un luogo di viaggio e di passaggio, benvenuti!

martedì 7 giugno 2011

Belle sorprese

Oggi, nonostante il clima, davvero inclemente, dentro di me splende il sole.
Ho ricevuto delle belle sorprese.
Io adoro le sorprese!
Andando in ordine cronologico al lavoro è andato tutto bene.
Direte: embè?
Lo dite solo perché non conoscete il mio ambiente di lavoro ahahahah


Seconda sorpresa
Esedion è in vendita su Amazon.it!(tra l'altro scontato come su Bol)
Sarà una sciocchezza lo so, ma non può che rendermi felice^^

Terza sorpresa
Ho ricevuto in regalo delle righe del mio libro :)))

Ho scoperto che Esedion è in questo sito http://scrivi.10righedailibri.it/
Grazie a Enrico!

Quarta sorpresa
Leggendo il blog di Gabriele, un'altra splendida notizia.
Ah, segnatevi la rubrica del blog la Torre di Tanabrus, Perle dal Web, ci sono sempre notizie interessantissime non finirò mai di ringraziarlo per le chicche che riesce a scovare.

Oggi vi segnalo il suo post, in cui dice:

"La mia cara Asengard segna un altro potenziale eurogoal, annunciando di avere abbordato diversi autori italiani con alle spalle titoli interessanti ma ormai introvabili, non più ristampati. Autori con i diritti digitali dei libri in mano loro.
La Asengard procederà infatti con un’interessantissima serie di ristampe digitali di questi titoli, lasciando le porte aperte a qualunque autore abbia i diritti digitali dei propri libri e voglia rendere le sue opere disponibili al grande pubblico.
Con paletti condivisibilissimi per chi ha pubblicato con un contributo economico proprio.
Ottima iniziativa, ho in mente almeno un autore e un paio di libri che vorrei vedere riproposti!"

Come potrei non essere d'accordo con Gabriele?
Un'iniziativa splendida!

Quinta e ultima sorpresa, ma non più di tanto in effetti, avendolo sentito parlare al San Giorgio di Mantova Fantasy, avevo capito di che pasta era fatto l'uomo.

Lasciando da parte la polemica, in cui si inseriva la risposta (che, se vorrete, potrete leggervi da soli in questa discussione di aNobii), Fabio Cicolani, autore de Le magie di Omnia,


parla dell'editing dando una splendida lezione di contraddittorio sul web.

Con fermezza, eleganza ma anche con grande civiltà.

"La cosa che più mi amareggia è che errori palesemente di editing vengono sempre imputati all'autore. E' vero, l'autore potrebbe stare attento a non mettere centinaia di avverbi, ripetere suo/sua in continuazione, iperaggettivare, inforigurgitare etc... ma se qualcuno di voi ha mai scritto un libro può ben capire quanto è difficile stare dietro a tutto! Un autore deve tenere sotto controllo i personaggi, la trama, le svolte, le scene, la successione dei capitoli, la coerenza, la psicologia, la ricerca della novità, la documentazione, la distribuzione e l'equilibrio dell'azione e delle pause, la diluizione dello svelamento dei misteri e dei colpi di scena, la veridicità dei personaggi, dell'ambiente, delle situazioni, dei dialoghi, senza contare le scadenze, le pressioni della casa editrice, il mercato, quello che scrivono gli altri, le aspettative del lettore, il conteggio delle pagine, delle battute, i riferimenti ipertestuali, fare in modo che le descrizioni siano abbastanza chiare da evocare la creatura e che, eventualmente, possa anche ispirare un'illustrazione (un esempio? il Lycaon del mio libro aveva originariamente un tatuaggio sulla faccia a forma di graffio e gli occhi neri... mi ritrovo la copertina con gli occhi di ghiaccio e una cicatrice, ho dovuto cambiare tutte le descrizioni)... pensate che tutto questo sia facile? E inoltre scrivere un libro richiede una mole spropositata di tempo e concentrazione... ti succhia il tempo e l'anima... non scherzo.

In tutto questo miasma credete che uno possa tener dietro anche agli avverbi? Ma scherziamo? Tanto più che a forza di rileggere e rileggere cose proprie si legge a memoria, e tantissime cose sfuggono.
Sin dall'invenzione della stampa e dell'editoria sono esistiti i correttori di bozze, e poi gli editor. E' compito loro affinare lo stile di un romanzo, correggere la grammatica ed eliminare i refusi.

Smettiamo poi di paragonare "il fantasy italiano" con quello anglosassone. Nessuno di voi ha mai pensato che il fantasy anglosassone ci arriva tradotto? Quando un testo viene tradotto è molto più probabile che gli errori vengano eliminati, la sintassi è rivoluzionata e i refusi anche. Tanto più che anche le traduzioni vengono poi editate e corrette prima della pubblicazione.

Ci sono anche boiate anglosassoni sugli scaffali, scritte bene e pubblicate da Mondadori. Volete i nomi? Li conoscete, ne sono sicuro.

In questo periodo mi sto dedicando all'editing e, credetemi, leggo certe cose anche di autori noti da far drizzare i capelli. Ma faccio il mio lavoro, rifinisco e correggo senza stravolgere, e lo scritto prende forma. Ma è molto più semplice se non devi stare dietro alla trama o alla coerenza."

Che soddisfazione leggere queste parole!

Poi ci sarebbe anche qualche altra sorpresina ma, se non vi spiace, la tengo per me^^

13 commenti:

  1. Mah... non sono molto d'accordo, se non con l'impianto generale dell'intervento di Cicolani. C'è soprattutto un passaggio che non mi vede affatto d'accordo, ed è questo:
    "E' vero, l'autore potrebbe stare attento a non mettere centinaia di avverbi, ripetere suo/sua in continuazione, iperaggettivare, inforigurgitare etc... ma se qualcuno di voi ha mai scritto un libro può ben capire quanto è difficile stare dietro a tutto!"
    Ma stiamo scherzando? Spero fosse ironico! Un autore DEVE stare dietro a tutto. E' ammesso l'errore, e di certo l'editor deve correggerlo, ma l'autore DEVE stare dietro a tutto e DEVE imparare a farlo. Altrimenti ricadiamo nella diatriba "forma o contenuto?". Ci vuole la forma assieme al contenuto. Ovvio che un autore non "nasce imparato" ma che deve crescere progressivamente, ed è qui che subentra l'importanza dell'editor: l'editor DEVE aiutare l'autore a crescere, altrimenti non è un buon editor.
    Sono d'accordo, casomai, che gli errori degli editor non sono imputabili all'autore, ma non in quanto "errori in sé" quanto, piuttosto, "correzione editoriale". L'errata correzione editoriale non è imputabile all'autore, ma l'errore in sé sì.
    Perciò bisogna distinguere tra livelli di correzione: un conto è la correzione effettuata dall'editor, un altro conto è quella effettuata dall'autore. Ovvio che l'autore abbia bisogno dell'editor, ma ciò non lo giustifica dall'aver fatto degli errori (ancora più colpevoli se l'autore non fa nulla per crescere stilisticamente e grammaticalmente) e dall'aver scelto un editore che non usa gli editor. :-D
    Fabrizio

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  2. Questa volta dissento.
    Fabio dice "quanto è difficile stare dietro a tutto". E' difficile. Se fosse facile non ci sarebbe bisogno di editor. Il famoso detto quattro occhi vedono meglio di due è un proverbio non a caso. Questo non toglie che si debba sempre dare il massimo, lavorare sodo e tendere alla perfezione. Ma errare è umano e l'errore ci sarà sempre. Specie se si tratta di qualcosa di personale come un libro. Il cambiare punto di vista, come può fare un editor, che non è coinvolto emotivamente, rende tutto più semplice. Scommetto che anche tu Fabrizio, quando ti facevano notare qualcosa dicevi tra te e te "ma come ha potuto sfuggirmi?" Pare impossibile a volte, vero? Capita. Certo non deve capitare una riga sì e una no ^^
    Ma stapparsi le vesti per un "volano" al posto di un "volevano" mi pare molto teatrale e poco obiettivo. Non mi riferisco a te, ma a molti lettori in generale.
    Io ho questa visione di un libro frutto di collaborazione tra editore e autore, ci sono entrambi i nomi sul frontespizio e entrambi hanno il copyright, a entrambi i meriti (di averlo scritto e di averlo scelto) a entrambi le colpe (di avere fatto gli errori e di non averli visti). Sbaglierò forse, ma un libro, una volta pubblicato è al 50% dell'autore e al 50% dell'editore. Ripeto, questa è la mia idea, con annessi e connessi.
    In effetti se ben guardiamo, alla fine siamo tutti e tre dell'avviso che si deve lavorare sodo e con umiltà. Questo, credo, sia la cosa più importante :))

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  3. Assolutamente sì, scrivere è fatica e un libro è frutto della collaborazione tra autore ed editore prima, e tra editore e lettore poi. Anzi, molto spesso ho parlato e scritto dell'importanza di avere un ottimo editor, anche nel commento che ho appena lasciato.
    Tuttavia non condivido il tono autogiustificatorio di chi dice: "sapeste quanto è dura star dietro a tutto!" No, probabilmente a causa di un'etica calvinista di qualche mio sconosciuto antenato è un punto di vista (o un cedimento, se vuoi) che non condivido. Sono molto duro al riguardo, lo so, e non sto dicendo che l'autore non sbaglia. Anzi, l'autore sbaglia ed è davvero difficile star dietro a tutto, ma un conto è saperlo perché si scrive e un altro dirlo come risposta giustificatrice delle mancanze di un editor.

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  4. E chi si giustifica?^_^
    Ma mi pare che scaricare tutta la colpa sull'autore, liberando l'editore della sua parte di responsabilità sul prodotto non sia una visione obiettiva.

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  5. Certo che no! Il mio commento non è in merito alla discussione su aNobii, ma a ciò che hai riportato di quanto detto da Fabio. Nel complesso delle sue affermazioni, quella mi pare autogiustificatrice (e non verso se stesso, ma verso l'autore che - per quanto mi riguarda - deve fare del suo meglio senza mai dire: non sapete quant'è dura star dietro a tutto).

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  6. E perché non lo si può dire?
    Scusami, ma ora sono curiosa.
    Perchè non si può dire che anche dietro un lavoro artistico ci sono lacrime e sudore, non solo lampi di genio? Che c'è di male nell'ammettere che si fa fatica? In fondo quando uno vince la gara dei cento metri e dice che ci sono voluti mesi, anni di dure fatiche nessuno si stupisce. Perchè scrivere, comporre, danzare o disegnare non dovrebbero essere la stessa cosa?
    Fatica e lavoro duro, oltre che lampi di genio.
    Non sto dicendo che si deve cadere nei piagnistei e nell'autocommiserazione, neanche io li sopporto. Ma ogni tanto perchè non dirlo?

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  7. Guarda, visto da fuori io capisco benissimo quello che voleva dire Fabrizio, perchè ieri leggendo avevo avuto la sua stessa reazione. Me la sono tenuta per me perchè non mi pareva il caso di intervenire. E naturalmente perchè non conosco il contesto in cui Cicolani è intervenuto.
    Ma questa è la prima cosa che io dico sempre a Fabrizio e a chiunque (perfino me stesso quando per gioco provo a mettere giù due righe). Deve essere l'autore per primo a sputare il sangue in quello che fa. Che prima di far leggere a qualcuno quello che ha scritto deve essere sicuro che di più proprio proprio non poteva dare. E sia a livello di forma e di contenuto.
    Poi gli errori ci sono, e nessuno si mette a lapidare gli altri.

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  8. Capisco quello che intendete dire voi e lo condivido, lo sapete bene, ma la mia domanda resta. Perchè questo pudore, questa difficoltà ad ammettere che l'arte richieste sudore della fronte?
    Sono andata un po' oltre le affermazioni di Fabio Cicolani. Il quale interveniva proprio per evitare lapidazioni.
    Purtroppo Iri c'è sempre qualcuno a cui vien voglia di lapidare gli altri ma di questo tipo di lettori ho già parlato.
    Quello che veramente non capisco, sarà un mio limite, mi scuso, ma se ho fatto fatica, e tanta, per scrivere uno scritto che ritengo ben fatto, il meglio del meglio che potessi fare, perchè non posso dirlo? Perchè con falsa modestia dovrei mentire e dire è stato "niente di che"? No. Il risultato è buono proprio perchè ci ho faticato sopra e ci ho perso ore. Ok, mi sono divertito, è la mia passione e per essa sopporto rinunce e lavoro duro, ma perché non posso mai ammettere che costa fatica?

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  9. Claudia, dal mio punto di vista la fatica (sputar sangue) fa parte del lavoro di uno scrittore, sempre che uno non sia un genio fin dalla nascita. Esistono, ma si contano sulle dita di una mano. Lo Scrittore, quello che può essere chiamato davvero in questo modo, fa fatica, è naturale che sia così. Va benissimo ammettere che si fa fatica: nemmeno io ci vedo nulla di male nell'ammetterlo, pur essendo io uno che per natura (forse sempre calvinista?) tiene nascosti certi aspetti, preferendo metterne in evidenza altri.
    Ma ciò cui mi riferisco io è qualcosa di diverso. Io intendo il dire: "guardate, il testo è questo con tutta questa trafila di pecche e di errori e di più non sono riuscito a fare. Però voi non sapete quant'è dura star dietro a tutto..."
    No, a me questo modo non va. Probabilmente sono io che esigo molto da me stesso (il che ci sta, e anche molto). Ma tieni conto che sto parlando del testo finito, di quello che arriva in mano al lettore, non di una semplice bozza che deve ancora andare nelle mani dell'editor. Se, poi, l'editor non fa il suo lavoro o lo fa male, il suo torto sta proprio in due conseguenze che ne risultano:
    - si vende un libro che non ha ricevuto la messa a punto e il lettore può, giustamente, aversene;
    - si mostra al mondo dei lettori un volto dell'autore che non dovrebbe mai essere mostrato, un volto che ha ancora bisogno del maquillage, del bisturi o di ciò che volete voi.
    Perciò il mio intervento non è in merito alla - giusta e ovvia - fatica dell'autore, dal momento che un Autore fa sempre fatica, ma in merito a chi, per problemi che magari non dipendono del tutto da lui, dice che "star dietro a tutto... l'è dura!"
    Tra l'altro, lo sai, Claudia, che mi hai dato lo spunto per un nuovo post "Sassolini" sul mio blog? Potrei dedicarlo al rapporto tra opera-autore-lettori. :-)

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  10. Che bello Fabri!
    Vedi, io sono sempre dell'avviso che il confronto arricchisce e se ne fai un post lo leggerò più che volentieri.
    Venendo al tuo ultimo commento, non posso che concordare pienamente. ^^

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  11. ok, intervengo anch'io! E' giusto, un autore deve essere molto attento e accorto prima di inviare il proprio testo ad un editore. Però io ho notato che anche se rileggo il testo mille volte, un refuso mi scappa sempre...ad esempio: dalle invece di dalla... etc...Quindi, qui deve intervenire l'editor. E' giusto che un autore sia supportato da un bravo editor, com'è giusto che l'autore faccia naturalmente attenzione a non scrivere strafalcioni. Purtroppo, siccome siamo umani, l'errore ci può scappare, ma l'editor viene pagato proprio per cancellarlo o sistemarlo! Black.

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  12. Ma certo Claudia che puoi dire che è faticoso. Chi ha mai detto il contrario! L'artista secondo me dovrebbe dire che non riesce a dormire sereno, tanto è preso da quello che fa.
    Ma qui io credo che stiamo parlando di ruoli.
    Il ruolo dello scrittore e dell'editor è appunto quello di dire che loro hanno sudato sette camice, e per quello che è il loro bagaglio di più non si poteva fare.
    Dovrebbe essere il ruolo del lettore o del giornalista dire che si è umani e che nonostante tutto qualcosa al risultato manca o è scappato.
    Al ché uno scrittore intelligente prende atto della cosa, e altri dicono che chi legge non sa 'na mazza.
    Che poi molti lettori si credano divinità e vanno decisamente fuori parte, è un dato di fatto. Ma il ruolo dello scrittore non cambia, lui deve credere di avere dato tutto il possibile in quello che ha fatto.
    U.U mio modesto parere ovviamente.

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  13. @Iri Mi piace questa tua divisione dei ruoli. E nel mio modo di pensare da lettrice, perchè quello sono essenzialmente, non sopporto la superficialità di molti lettori. Resto dell'idea che quello che intendeva Cicolani fosse proprio questo e che mettendo solo uno stralcio della discussione ho falsato l'intero discorso. La prossima volta sarò più accorta^^. Tutta la discussione però mi è piaciuta perché pacata e costruttiva. Grazie ai partecipanti.:)
    @MP Black Augh grande capo ha parlato XD

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